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Di Maio è sicuro: "Abbiamo già vinto, Renzi e Berlusconi ci inseguono"

Luigi Di Maio

Il candidato premier del M5S: "Triplicheremo il numero dei parlamentari"

Silvia Sfregola
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Il luogo è altamente simbolico: Ivrea, nel torinese, patria dell'Olivetti, dove a lungo ha lavorato Gianroberto Casaleggio e dove è cresciuto il figlio Davide, che non a caso ha accompagnato il candidato premier del Movimento 5 Stelle. L'occasione è la presentazione del candidato sindaco pentastellato, Massimo Fresc, ma l'obiettivo è tutto puntato a livello nazionale. "Sia Renzi che Berlusconi hanno detto la battaglia è tra noi e il M5s, quando sento queste cose capisco che abbiamo già vinto, siamo davanti e loro ci inseguono", si dice sicuro Luigi di Maio, che si spinge anche oltre: "Credo che triplicheremo il numero di nostri parlamentari". Il capo politico dei 5 Stelle, forte anche della smentita di Grillo di un suo allontanamento dal movimento, rivendica l'unicità dei pentastellati: "Non ho mai toccato la mia auto blu, il volo di Stato, il mio doppio stipendio, il vitalizio; avremo più credibilità degli altri nel dire che taglieremo gli sprechi di questo Paese?". L'intento è chiaro: pescare tanto nell'elettorato deluso del Pd, "che doveva aiutare i lavoratori e ha tolto l'articolo 18", che in quello del centrodestra, "che doveva aiutare le imprese e ha sostenuto lo spesometro". "Il nostro non è né un programma di destra né di sinistra - rimarca infatti Di Maio -, ma per migliorare la vita degli italiani; non è che i valori di destra o di sinistra non esistano più, ma credo che molti di noi siano abbastanza disillusi rispetto a certi valori". I punti forti del programma, che verrà presentato dal 19 al 21 a Pescara insieme all'indicazione delle coperture finanziarie, sono l'abolizione delle leggi inutili, l'eliminazione della Fornero e aiuti alle famiglie italiane piuttosto che agli stranieri, cavalli di battaglia della Lega, il taglio delle tasse sul lavoro, leit motiv tanto di Berlusconi che di Salvini. Ma anche la questione morale cara alla sinistra, quantomeno un tempo. "Chi ha dei comportamenti disonorevoli deve farsi da parte", sottolinea Di Maio, anche se questo "non significa dimettersi per forza se si ha un avviso di garanzia". Sono le regole del nuovo statuto 5 Stelle - ma "non diventiamo un partito, perché non abbiamo segreterie", assicura Di Maio, consapevole dei malumori interni -, e il non nuovo proposito di elidere il vincolo di mandato: "Se dovessimo andare al governo, una delle prime norme che facciamo è che se un parlamentare vuole cambiare partito ne ha tutto il diritto, ma torna a casa". I Cinque Stelle sperano così di blindare la maggioranza, che chiunque vinca si prospetta di misura. "Stanno arrivando professori universitari, ricercatori, tante persone che vogliono metterci la faccia col M5S, nonostante le intimidazioni", sottolinea Di Maio; Renzi e Berlusconi "dovrebbero solo stare zitti". "Qui abbiamo un'Italia che va a picco a causa di questa gente e questi qua vengono a dire che noi siamo incompetenti?", attacca su Facebook respingendo le accuse sulle amministrazioni 5 Stelle di Torino e Roma, "non siamo mai stati così male e la colpa è solo ed esclusivamente la loro, che hanno governato il Paese negli ultimi 20 anni". "Noi abbiamo persone competenti - assicura - loro hanno solo accuse ridicole, i media e i soldi".

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