Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Maroni getta la maschera: "Ambizioni nazionali? So come si governa"

Roberto Maroni (LaPresse)

Carlantonio Solimene
  • a
  • a
  • a

Non si ricandiderà a presidente della Giunta lombarda "per motivazioni personali" ma resta a disposizione qualora il centrodestra vincesse le elezioni nazionali "perché ho dimostrato di saper governare". Roberto Maroni conferma le indiscrezioni sulla sua rinuncia alla corsa per il bis al Pirellone e getta la maschera sulle sue ambizioni nazionali, con le varie ipotesi che, in caso di affermazione del centrodestra, lo vedono in pole tanto per un ministero pesante nel prossimo esecutivo (un ritorno agli Interni?) tanto per un eventuale incarico da premier nell'ottica di una mediazione tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. Nel corso della conferenza stampa nella quale ha spiegato le ragioni della sua scelta, l'ex segretario leghista ha anche comunicato il nome del suo "sostituto" nella corsa a governatore della Lombardia: si tratterà, come ampiamente previsto, del collega di partito Attilio Fontanta, ex sindaco di Varese. Maroni ha parlato di "decisione personale" condivisa "da tempo" con Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Non ha escluso però di candidarsi in Parlamento il 4 marzo. E ha detto che la sua "unica preoccupazione" è che "l'Italia finisca come 'Spelacchio'" nella mani del Movimento 5 stelle con Luigi Di Maio premier. "Confermo che non mi ricandiderò: è una decisione che ho preso in piena autonomia, una decisione personale, condivisa tempo fa con Salvini e Berlusconi. È una decisione che ho preso sulla base di valutazioni personali", ha spiegato Maroni, in una conferenza stampa in cui ha tracciato il bilancio di cinque anni di governo che, ha sostenuto, si concluderanno "in bellezza" con la chiusura dell'accordo col governo sull'autonomia. "Non ho pretese o richieste da fare", ha aggiunto, ma "sono naturalmente a disposizione se dovesse servire. So come si governa". "È una decisione che ho preso sulla base di valutazioni personali", ha chiarito, ma che "non c'entrano con la salute. È una decisione mia personale per la quale chiedo a tutti rispetto". "Con la politica ho una lunga storia d'amore fatta di passione di sfida, successi" ha ricordato lievemente emozionato, ricordando gli inizi con Umberto Bossi. "Come tutte le vere storie d'amore che non finiscono mai", ha continuato, la politica "rimane, fa parte di me". "Sono soddisfatto dal lavoro che abbiamo fatto in Regione" ha assicurato. "Le decisioni che Salvini ha preso possono essere discusse e discutibili e io le accetto e condivido per principio. La mia decisione non ha nulla a che fare con Salvini, discordanze o dissidi. 'Salvini premier' è una prospettiva che condivido e sostengo" ha risposto a chi gli chiedeva se la sua scelta potrà portare a un conflitto con le ambizioni di premiership del segretario leghista. Maroni non ha però escluso di candidarsi alle politiche il 4 marzo. "Se nessuno mi chiede nulla non mi candido da nessuna parte, sono a disposizione se può essere utile e qualcuno me lo chiede. Non ho pretese e non ho richieste ma sono a disposizione, lo lascerò decidere a chi dovrà decidere". "Ho una sola preoccupazione: che possa assumere un incarico di governo il candidato dei Cinque Stelle Di Maio, perché so cosa vuol dire governare - ha tenuto a precisare -. Di Maio per me è la Raggi al cubo e il rischio è che l'Italia finisca come 'Spelacchio'". Per quanto riguarda la Lombardia, il governatore ha spiegato che "ieri ad Arcore è stato individuato il candidato di centrodestra" alla Regione Lombardia, "i leader erano informati, non è che hanno detto: 'Oddio, che cosa facciamo?'. La scelta verrà annunciata oggi. È una figura che condivido, che conosco e che aiuterò". "Non mi reputo così straordinariamente fondamentale da essere l'unico in grado di vincere" ha aggiunto. "Non penso che i leader abbiano fatto una scelta per perdere. Non nego che l'election day favorisce. Non solo siamo competitivi, ma possiamo vincere agevolmente" ha concluso.

Dai blog