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La Consulta salva il Rosatellum

Daniele Di Mario
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La Corte Costituzionale salva il Rosatellum. La Consulta infatti ha dichiarato incostituzionale i conflitti di attribuzione sollevati sia sul Rosatellum sia sull'Italicum in relazione alla procedura di approvazione di entrambe le leggi elettorali, avvenuta con voto di fiducia. A sollevare tre conflitti alla Consulta, firmati dal professor Felice Besostri, erano stati alcuni parlamentari, tra cui esponenti del MoVimento 5 Stelle. Un quarto ricorso, anche questo dichiarato inammissibile, era stato proposto dal Codacons, sempre sullo stesso tema. Nei tre conflitti di attribuzione firmati dal professor Felice Besostri si sosteneva che l'articolo 72 della Costituzione e i regolamenti parlamentari escludono la facoltà di porre la questione di fiducia su leggi in materia costituzionale ed elettorale, poiché in tal modo si comprime il dibattito parlamentare. Due dei conflitti erano tutti concentrati sulle votazioni di fiducia sull'Italicum, il terzo, sottoscritto dai presidenti dei gruppi parlamentari M5S di Camera e Senato, invece puntava il dito anche contro il Rosatellum, legge che all'epoca del deposito del ricorso era già stata approvata dal Parlamento ma non ancora promulgata. Nel documento sottoposto all'attenzione della Consulta, l'obiettivo dichiarato dal pool di legali guidati da Besostri era quello di «affermare il diritto, dei singoli parlamentari nonchè dei gruppi parlamentari da essi presieduti, di contribuire ad esercitare, quali componenti del Parlamento, le funzioni costituzionali proprie del potere legislativo nelle forme e nei limiti della Costituzione, cioè di poter svolgere il proprio mandato entro una cornice costituzionale rispettosa dei principi, dei valori delle regole (anche di procedura) fissate dalla Costituzione». «Posto che un senatore non ha titolo per sollevare conflitto contro il Governo, per di più lamentando vizi del procedimento parlamentare seguito presso la Camera dei deputati, nessuno dei ricorrenti è, nel caso di specie, qualificabile quale potere dello Stato», spiega in un comunica Palazzo della Consulta precisando perché la Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibili i conflitti di attribuzione sollevati sulle procedure di approvazione delle leggi elettorali Italicum e  Rosatellum. «Nessuno dei tre ricorsi individua in modo chiaro e univoco nè la qualità in cui i ricorrenti si rivolgono alla Corte né le competenze eventualmente lese nè l'atto impugnato. Tali gravi carenze degli atti introduttivi non mettono la Corte in condizione di deliberare sul merito delle questioni». Tre conflitti, ricorda la Corte in una nota, «sono stati presentati da alcuni soggetti che si sono qualificati allo stesso tempo come elettori, soggetti politici, parlamentari e rappresentanti di un gruppo parlamentare (Movimento 5 Stelle)», mentre il quarto «è stato proposto congiuntamente dal Codacons, da un cittadino elettore e da un senatore contro il Governo, per aver posto la questione di fiducia, alla Camera dei deputati, durante l'iter di approvazione della legge elettorale Rosatellum».

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