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Per Berlusconi e Renzi settembre rovente, ancora da sciogliere il nodo alleanze

Matteo Renzi e Silvio Berlusconi

Silvia Sfregola
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Il ritorno dalla vacanze, a settembre per Matteo Renzi e Silvio Berlusconi sarà più rovente di questo torrido agosto. Da ambo le parti, le candidature per le elezioni in Sicilia sono in evidente stallo, con Angelino Alfano ancora ago della bilancia, ma in seno sia a Forza Italia che al Partito democratico le acque sono più che agitate. Prima di Ferragosto l'attacco di Giuliano Pisapia al segretario dem: "Renzi ritiene che il Pd sia autosufficiente, ma è evidente che non rappresenta né la sinistra né l'intero centrosinistra. Oggi c'è bisogno di un soggetto politico nuovo che metta insieme forze, esperienze, provenienze diverse, tante realtà che finora sono state spesso unite a livello locale, ma che non incidono a livello nazionale". Parole dure, che sono state apprezzate dall'Mdp di Roberto Speranza. Secondo il leader di Campo progressista, infatti, bisogna aggregare i delusi "su un programma credibile con paletti precisi" e il Pd non può farlo perché da sempre è stata "fusione a freddo tra partiti diversi". Insomma, il Nazareno non è il baricentro del centrosinistra, bisogna guardare oltre. Renzi, in vacanza a Forte dei Marmi, non interviene e prepara il suo rientro: dovrà risolvere non poche questioni, a partire dalla legge elettorale, su cui oggi il capogruppo alla Camera del Pd, Ettore Rosato, ha aperto a un ritorno al dialogo, a patto che "coinvolga i quattro partiti più grandi". Su questo argomento il segretario si troverà il partito diviso con Andrea Orlando (e non solo): il ministro preme per la coalizione. Le voci su un accordo chiuso con Ap in Sicilia, poi, hanno creato non pochi malumori. C'è chi non condivide il portarsi anche nella prossima legislatura "la zavorra di Alternativa popolare" e spinge per un rinnovamento capace di raccogliere spinte più riformiste. Anche per il leader di Forza Italia il ritorno dalla Sardegna non sarà scevro da questioni da risolvere. Il primo appuntamento sarà quello con il leghista Matteo Salvini, con cui, dicono voci di corridoio, dovrebbe essere fissato un incontro per chiudere sul programma del centrodestra e, soprattutto, trovare una condivisione sul futuro della leadership. Proprio in vista di questo incontro, Berlusconi sta andando con i piedi di piombo sulla faccenda Sicilia. Gli appelli all'unità, che coinvolgono anche il ministro degli Esteri, sono caduti nel vuoto. Una presa di posizione a favore dell'ex delfino di Berluosconi potrebbe essere letta come una strappo, non ricucibile. Oggi Giorgia Meloni ha ribadito: "Anch'io sogno di dare alla Sicilia un governo di rottura con il passato: ma come è possibile farlo alleandosi a chi governa con Renzi e con Crocetta? La gente non sopporta più il gioco delle tre carte. Quindi lancio io un appello a Berlusconi: costruiamo una proposta seria per vincere". Il dilemma non è da poco e su questo Berlusconi sta riflettendo, alla ricerca di una soluzione che avrebbe affidato ai fedelissimi, come Giancarlo Micciché e Alessandra Ghisleri. L'ago della bilancia Alfano, invece, gongola. Corteggiato dal centrosinistra e dal centrodestra, non esclude ancora nè una alleanza con Renzi nè quella con Berlusconi. Una cosa è certa: presenterà l settimana prossima il suo candidato dell'isola e, confermano i suoi, a quel punto "chi vorrà convergerà".

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