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Il mistero dei finanziatori a 5 Stelle

Beppe Grillo e Davide Casaleggio

Le fondazioni d'area non pubblicano bilanci e sostenitori. Intanto sulla piattaforma Rousseau sono già stati versati più di 400mila euro

Tommaso Carta
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Trasparenza, questa sconosciuta. Il MoVimento 5 Stelle, la forza politica che ha conquistato il consenso di più di un quarto dell'elettorato italiano promettendo di trasformare le istituzioni in una casa di vetro, predica bene e razzola male. A testimoniarlo il segreto che avvolge i nomi dei finanziatori delle fondazioni vicine al MoVimento, mai resi pubblici nonostante gli impegni presi più volte in passato. Eppure c'era un tempo in cui le fondazioni erano viste come il diavolo da Beppe Grillo. "In un sistema politico marcio come quello italiano - scrivevano in un post i Cinquestelle nel lontano 31 marzo 2015 - dove ogni giorno scoppiano scandali che mettono in luce forti legami tra politica e corruzione, c'è l'urgenza e la necessità di colmare le lacune legislative che, grazie ai governi che si sono succeduti in quest'ultimi 20 anni, hanno consentito la proliferazione di questo fenomeno attraverso figure come quelle del- le Fondazioni dei Partiti Politici". "Il legame tra Fondazione e malaffare nasce dallo scambio reciproco di favori - si leggeva ancora - e vede coinvolti politici o funzionari dello Stato con imprenditori (società/cooperative). C'è quindi una Fondazione legata a un esponente politico e/o a un partito che viene finanziata da un imprenditore al quale bisognerà essere riconoscente in futuro". All'epoca il MoVimento poteva fregiarsi di essere... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI 

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