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Migranti e Ong, Mattarella e Gentiloni blindano Minniti: risultati ci sono

Silvia Sfregola
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L'operato del Viminale non si discute. Sergio Mattarella e Paolo Gentiloni fanno quadrato intorno al ministro dell'Interno, Marco Minniti, oggetto di polemiche per il codice di condotta, soprattutto dai sostenitori delle Ong. Ad intervenire per primo è il Quirinale, che fa trapelare il "grande apprezzamento" del presidente della Repubblica per l'impegno spiegato in queste settimane dal ministro Minniti, particolarmente riguardo al governo del fenomeno migratorio. E non è tutto. Dal Colle mettono in evidenza anche il valore dello stesso codice, inoltre "condiviso con larga convergenza in sede parlamentare". Il tema è caro al capo dello Stato, che anche durante la conferenza degli ambasciatori alla Farnesina aveva fatto appello all'Unione europea, chiedendo un impegno "collegiale" per arginare l'esodo dei migranti. In assenza di una risposta dell'Ue, il capo dello Stato non può che apprezzare il tentativo di regolarizzare questo flusso e combattere il traffico degli esseri umani. Tentativo, viene sottolineato, che non può essere messo in discussione in corso d'opera dal momento in cui le due Camere lo hanno appoggiato e votato. A stretto giro arriva anche il sostegno di Palazzo Chigi, che sottolinea "come grazie alla azione e al lavoro, in particolare del Viminale, i risultati sul fronte del contrasto del traffico di esseri umani dalla Libia e del fenomeno migratorio comincino ad arrivare". Ciò è frutto dell'impegno, spiegano, "di tutto il governo e delle strutture che stanno dando attuazione al codice di condotta per le Ong, voluto dal ministro Minniti, assieme alla cooperazione con la Libia e al contributo della Guardia costiera libica". Stop quindi alle polemiche. La voce del Quirinale e della presidenza del Consiglio arriva al termine di una giornata che ha visto di nuovo la politica spaccata sulle 'regole' di comportamento delle organizzazioni non governative e soprattutto con attriti importanti all'interno del governo tra due protagonisti: lo stesso Minniti e Graziano Delrio. Il caso è nato con il trasbordo dei 127 migranti in acque internazionali della "Prudence" di Medici senza Frontiere a due unità della Guardia costiera, che li hanno poi fatti sbarcare a Lampedusa. Le posizioni sono distanti con il titolare del Viminale, ma la sua competenza è sulla terra ferma, mentre Delrio sarebbe favorevole al trasbordo in mare dei migranti dalle navi delle Ong, anche non firmatarie, a quelle della Guardia Costiera per portarle in salvo in Italia. Delrio ha infatti voce in capitolo per tutto quello che accade in mare ed evidentemente, su quanto accaduto con la Prudence, il Ministero dei Trasporti non ha dato le stesse regole alla Guardia costiera. Dall'Interno fanno notare che "le regole stabilite non valgono se poi chi ha la responsabilità in mare non le fa rispettare". I due dovevano vedersi durante il Consiglio dei ministri di questo pomeriggio, ma Minniti era assente. Evidentemente, per ristabilire calma e serenità è servito l'intervento di Mattarella prima e di Gentiloni poi. Intanto oggi la Prudence è attraccata al porto di Catania questa mattina e vi rimarrà fino al 10 agosto. Il tutto è avvenuto "regolarmente e senza problemi", confermano da Medici senza Frontiere, ma dopo questo episodio si deciderà se rimettere in mare la nave. È infatti molto animato il dibattito all'interno dell'Ong su come procedere. Si sta anche discutendo se proseguire nell'opera di salvataggio o uscirne definitivamente.

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