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Legge elettorale, Grillo gela i suoi e blinda il sistema tedesco

Beppe Grillo

Il leader avverte i suoi sul blog: "I portavoce del MoVimento 5 Stelle in Parlamento voteranno a favore del testo, come deciso dai nostri iscritti"

Silvia Sfregola
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Aria di spaccatura nel Movimento 5 Stelle. E Beppe Grillo interviene per non far saltare il banco. "I portavoce del MoVimento 5 Stelle devono rispettare" il mandato arrivato online dagli iscritti e votare il sistema elettorale alla tedesca: "Proporzionale con 5% di sbarramento e divisione tra seggi proporzionali e collegi uninominali con predominanza dei primi per assegnare i seggi". La maretta tra i grillini emersa ieri e consumatasi in una riunione infuocata mercoledì sera, non piace al leader 5 Stelle che a 24 ore dal vero banco di prova per l'asse Pd, M5S, Forza Italia e Lega Nord, quello del voto sugli emendamenti, serra le fila. "Se gli altri partiti non cambieranno idea sul modello tedesco, i portavoce del MoVimento 5 Stelle in Parlamento voteranno a favore del testo, come deciso dai nostri iscritti che hanno e avranno sempre l'ultima parola su tali questioni. Vogliamo garantire agli italiani che potranno votare al più presto con una legge elettorale costituzionale" ricorda. grillo si rivolge, anche se indirettamente a Roberto Fico e Paola Taverna che ieri aveva espresso, neanche tanto velatamente, la loro contrarierà a questa su tutta l'operazione sulla legge elettorale. Una guerra tra Guelfi e Ghibellini, neanche deve iniziare per il comico genovese che tenta di mettere a tacere i mal di pancia interni, rilanciando anche la necessità di apportare dei correttivi di governabilità "che possano evitare il grande inciucio post elettorale. Correttivi che potrebbero permettere ad un solo partito di avere la maggioranza dei seggi in Parlamento raggiungendo circa il 40% dei voti. Il proporzionale tedesco ha garantito al partito della Merkel il 49% dei seggi con il 41% dei voti". Ad impensierire però, e non poco, grillo sono le frasi dette ieri da Matteo Renzi: "Se la legge salta il M5S va in difficoltà. Noi le preferenze le gestiamo. È stato raccontato come inciucio Renzi-Berlusconi ma è un'operazione di serietà istituzionale e questo ha tolto a loro ogni alibi". Insomma se saltasse il tedesco italianizzato, le regole del voto sarebbero dettate dal Rosatellum, con l'appoggio di Ala, di Ap perché la soglia tornerebbe al 3% e con un Partito democratico compatto. Il problema vero però non è solo una questione di alleanze. Con il sistema "fifty-fifty" il percorso della legge sarebbe sicuramente stoppato in Senato, con Forza Italia pronta ad alzare le barricate, e il voto anticipato rimarrebbe un amaro rimorso. Il Partito democratico non ne fa di certo un mistero: se salta l'accordo niente voto anticipato e la colpa sarebbe tutta a 5 Stelle. Messe le mani avanti, grillo ora aspetta la risposta del movimento che arriverà domani quando al commissione Affari costituzionali si riunirà alle 14 per cominciare il voto sugli emendamenti. Alle 9 di sabato inoltre è fissato il termine per la presentazione dei subemendamenti ai testi presentati dal Pd per trasformare il Rosatellum in tedesco. Questo il timing che procederà con i voti anche domenica per arrivare in aula martedì 6 giugno. Le forze politiche sono quindi a lavoro anche in questa giornata di festa per limare e modificare. "L'accordo su una buona legge sta ancora tutto in piedi" ma "prima di esprimersi bisogna però analizzare la materia. Quello tedesco è un modello costituzionale, stiamo cercando di renderlo ancora più democratico" dice Toninelli, smarcandosi dalle polemiche del suo movimento. Critico invece Enrico Letta che dal Festival Economia di Trento attacca: "È fondamentale che ci sia una legge elettorale che ridia ai cittadini il potere di scegliere i propri parlamentari. I cittadini in questi anni sono stati espropriati da questa possibilità a causa delle scelte confezionate dai partiti. Questa è la questione fondamentale: restituire questa possibilità sarebbe un modo per riconciliare i cittadini con politica". L'unica ad essere fiduciosa è Maria Elena Boschi: "Spero che l'accordo tra i tre principali partiti possa avere un esito favorevole".

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