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Rivoluzione statali, ecco la riforma Madia: licenziati se bocciati tre volte

Il ministro della PA Marianna Madia

Silvia Sfregola
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Il pubblico impiego cambia volto. È stata definitivamente approvata dal Consiglio dei ministri la riforma Madia avviata nel governo Renzi. Per gli statali arrivano un nuovo codice disciplinare e i relativi licenziamenti: 10 i casi previsti per la sanzione massima, nonché il licenziamento per il dirigente che, con dolo o colpa grave, evita di attivare e concludere i procedimenti disciplinari. Cartellino rosso anche per i dipendenti che ricevono per tre anni di fila valutazione negativa per scarso rendimento. E ancora: arrivano le sanzioni agli assenteisti del weekend; il polo unico delle visite fiscali presso l'Inps, con gli stessi orari di reperibilità nel pubblico e nel privato (dal primo settembre); il reclutamento in base al fabbisogno; l'obbligo di prevedere la conoscenza dell'inglese nei concorsi; il tetto al 20% dei posti messi a bando per gli idonei. Ma anche l'assunzione dei precari "storici" (che devono aver partecipato a un concorso): la stabilizzazione è prevista per coloro che abbiano lavorato almeno tre anni negli ultimi otto, anche in diverse amministrazioni pubbliche, e che abbiano maturato requisiti fino al 31 dicembre di quest'anno. "Grazie al via libera dei decreti legislativi da parte del Consiglio dei ministri - ha dichiarato la ministra Marianna Madia - il ministero ha le carte in regola dal punto di vista normativo per riaprire la stagione contrattuale. I premi - ha ribadito Madia - non saranno più dati a pioggia ma differenziando e seguendo una logica "non punitiva ma di potenziamento dei servizi ai cittadini".

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