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Sviste, omissioni, bugie: era meglio quando Fini taceva

Gianfranco Fini

Ripete di aver commesso errori e non reati. Ma oggi è costretto ad ammettere tutto sulla ristrutturazione

Valeria Di Corrado
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Domenica scorsa alla trasmissione «L'Arena» su Rai 1 sono stati sviscerati i punti salienti e più scottanti dell'inchiesta della Procura di Roma che ha portato all'arresto dell'imprenditore del gioco Corallo e all'iscrizione nel registro degli indagati per riciclaggio trasnazionale di Gianfranco Fini, la moglie, il cognato e il suocero. Fini, seppur invitato, non ha voluto partecipare al programma di Massimo Giletti, poi, però, ha chiesto alla Rai una puntata «riparatrice». Ieri sera è stato quindi ospite di «Porta a Porta» per raccontare la sua versione sulla casa di Montecarlo e sui rapporti tra Corallo e i Tulliani. Per sommi capi ha ripetuto quello che aveva già riferito ai pm Prestipino e Sargenti nel suo interrogatorio del 10 aprile, svicolando però le domande più spinose, contraddicendo alcuni dei risultati a cui sono arrivati i finanzieri dello Scico e dando per scontate circostanze negate con forza quando, da presidente della Camera, venne travolto dal «ciclone Montecarlo». Insomma, il solito Fini: «Ho fatto errori, non reati». Ma vediamole le ennesime sviste, omissioni, dimenticanze su Corallo e Montecarlo... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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