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Biotestamento, sì della Camera: il paziente può abbandonare le terapie

Passa l'emendamento a Montecitorio, stop all'accanimento terapeutico: via libera alla sedazione profonda

Silvia Sfregola
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Stop dell'accanimento terapeutico e il conseguente riconoscimento del diritto del paziente di abbandonare totalmente la terapia. L'aula della Camera dà il via libera all'articolo 1, "cuore" della proposta di legge sul biotestamento, che regola il consenso informato del fine vita, con la possibilità anche che il paziente possa rifiutare l'idratazione e la nutrizione artificiali. "Nel caso di malattia grave e inguaribile, con prognosi infausta a breve termine, in presenza di sofferenze refrattarie ai trattamenti - si nelle nella norma - sono esclusi ogni ostinazione irragionevole delle cure e l'accanimento terapeutico. Il medico può ricorrere alla sedazione palliativa profonda continua, anche su richiesta del paziente, al fine di evitare al paziente stesso sofferenze insopportabili e non altrimenti evitabili, in associazione con la terapia del dolore". Infine "il ricorso alla sedazione palliativa profonda continua o il rifiuto della stessa sono motivati e sono annotati nella cartella clinica e nel fascicolo sanitario elettronico". Regge quindi l'asse inedito tra Partito democratico, Mdp e M5S che al primo momento dell'approdo nell'emiciclo di Montecitorio hanno permesso alla pdl di avanzare, anche se senza colpi sull'acceleratore. Votati quindi i primi due articoli con la concreta possibilità che giovedì si possa dare il via libera e consegnare il testo all'esame del Senato. Fallito invece il tentativo della Lega Nord, in mattinata, di bloccare l'iter con la richiesta da parte del capogruppo, Massimiliano Fedriga, che in apertura di seduta aveva infatti chiesto l'inversione dell'ordine del giorno dei lavori con l'anticipo di esame della legge sulla legittima difesa. Se regge il fronte del sì, regge anche quello del no senza alcuna defezione. Al fianco del Carroccio si schiera parte di Forza Italia e tutti i centristi cattolici, tranne Fabrizio Cicchitto, favorevole anche al suicidio assistito. Il governo, invece, mantiene la sua posizione di neutralità. L'esecutivo in sede di parere agli emendamenti ha annunciato, come nelle scorse sedute di rimettersi all'aula. Tra gli emendamenti approvati oggi c'è anche una sorta di obiezione di coscienza per i medici. Qualora il paziente infatti rifiuti il trattamento terapeutico "il medico non ha obblighi professionali", quindi potrà rifiutarsi di staccare la spina. Ovviamente, il paziente potrà rivolgersi a un altro medico nell'ambito della stessa struttura sanitaria. "Il medico è tenuto a rispettare la volontà espressa dal paziente di rifiutare il trattamento sanitario o di rinunciare al medesimo e - si legge nell'emendamento - in conseguenza di ciò, è esente da responsabilità civile o penale. Il paziente non può esigere trattamenti sanitari contrari a norme di legge, alla deontologia professionale o alle buone pratiche clinico-assistenziali, a fronte di tali richieste, il medico non ha obblighi professionali". "Rispetto all'introduzione di una sorta di obiezione di coscienza "mascherata" per il medico, il timore è che quanto avvenuto crei un vulnus che metta in crisi l'intero impianto del provvedimento", commentano i deputati del Movimento 5 Stelle in commissione Affari sociali. "Riteniamo fondamentale il rispetto dell'etica del medico, ma resta fermo che la volontà del paziente deve essere comunque garantita - proseguono - Per questo diventa necessario inserire nel testo anche l'obbligo per la struttura sanitaria di rispettare comunque la libertà di scelta del paziente, anche nel caso in cui medico si avvalga della possibilità di non rispettarla. Chi sostiene il provvedimento su questo punto deve fare chiarezza". Di altro parere Alternativa popolare che con "soddisfazione" prende atto "dell'esito positivo dell'emendamento al ddl sul Biotestamento che non impone al medico obblighi professionali di fronte alle richieste di un paziente di sospendergli ogni tipo di cure - spiega Valentina Castaldini- Il medico non puo' essere solo un esecutore e deve poter decidere in base alla deontologia clinica. Questo a maggior ragione quando per cure si intendono anche la nutrizione e l'idratazione, che sono invece un sostentamento in vita". Nessuna differenza, inoltre, tra cliniche private e pubbliche. La norma, approvata sempre all'articolo 1 con scrutinio segreto e indirizzata soprattutto alle strutture cattoliche convenzionate con il sistema sanitario nazionale, stabilisce che queste cliniche non potranno chiedere alle Regioni di essere esonerate dall'applicazione delle norme sul biotestamento perché "non rispondenti alla carta di valori su cui fondano i propri servizi". Licenziato oggi anche l'articolo 2 che tratta il consenso informato al trattamento sanitario per i minori e incapaci. Nel secondo capitolo della legge è stato approvato un emendamento riformulato di Civici e Innovatori, nel quale il minore o incapace ha "diritto alla valorizzazione delle proprie capacità di comprensione e decisione e quindi deve ricevere informazioni sulle sue scelte ed essere messo in condizione di esprimere la sua volontà". L'aula della Camera riprenderà quindi giovedì, in mattinata, con gli emendamenti restanti dell'articolo 3. Quest'ultimo infatti regola il Dat (Disposizioni anticipate di trattamento) che al momento non ha le coperture finanziarie per essere istituito a livello nazionale. L'ipotesi è quella di affrontare il tema quando la pdl sarà all'esame del Senato.

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