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Berlusconi lancia Zaia ma lui non ci sta: "Mi tengo fuori"

Silvio Berlusconi e Luca Zaia

Silvia Sfregola
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Ora tutti lo tirano per la giacca e lo corteggiano. Soprattutto dalle parti di Forza Italia. E lui è costretto ogni volta a smentire. L'ultimo a fare il suo nome come possibile candidato premier del futuro centrodestra è Silvio Berlusconi: "Se non potrò tornare in campo, il centrodestra dovrà trovare qualcuno al suo interno. Zaia si sta comportando molto bene: dico Zaia o qualcun altro in grado di emergere e convincere tutti". Come previsto, l'endorsement del Cav alla vigilia del Consiglio federale della Lega solleva un polverone tra le fila del Carroccio. Sullo sfondo resta la battaglia sulla leadership per il "dopo-Silvio" e il nodo delle alleanze con il nuovo tormentone listone unico o coalizione? Scontata la doppia smentita. Del diretto interessato, in primo luogo: "Basta manfrine su di me, lasciatemi governare in pace". E poi anche quella del leader di via Bellerio, Matteo Salvini: "Se qualcuno pensa di mettere zizzania tra di noi facendo nomi, io dico che sono orgoglioso di quel che sta facendo Luca in Veneto, noi siamo una squadra". Zaia, dunque, non ci sta a farsi mettere in mezzo. E la sua reazione è piuttosto stizzita. Sa benissimo, raccontano, che in questo momento un'eventuale discesa in campo sarebbe inopportuna dal punto di vista politico, perchè romperebbe gli equilibri interni al Carroccio e rischierebbe di bruciarlo. Tutto rinviato, se mai, a dopo la scadenza naturale del mandato regionale. Già nelle settimane scorse sono più volte circolate voci su una candidatura del governatore Veneto (caldeggiata in particolare dall'asse forzista del Nord guidato da Giovanni Toti) ma sono state puntualmente smentite dallo stesso Zaia. Quel che più agita il centrodestra oggi, è la bocciatura senza riserve di Salvini della lista unitaria lanciata da Giorgia Meloni, la sua alleata più fedele del 'fronte sovranistà: "Quando capiremo con che sistema di vota, faremo le nostre scelte, non vedo domani minestroni a pranzo...". L'idea di un listone non è mai piaciuta a Berlusconi e viene stroncata pure da Gianni Alemanno, che avverte: «A me sembra una fuga in avanti».

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