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Duello all'ultimo colpo Saviano-De Magistris

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È sempre così. A fare a gara a chi è più puro, c'è qualcuno più puro che ti epura. Non si spiega diversamente lo scontro senza esclusione di colpi tra Roberto Saviano e il sindaco di Napoli Luigi De Magistris. A scatenare la polemica le parole del giornalista dopo la sparatoria che, in centro città, ha provocato il ferimento di una bambina di 10 anni.  "A Napoli si parla di turismo e feste di piazza come soluzione per tutti i mali - ha scritto su Facebook il 5 gennaio -, con un sindaco che amministra da sei anni e che sembra appena insediato. Non è colpa del sindaco se i minorenni sparano, ma sarà responsabilità del sindaco se dice che la dispersione scolastica è una piaga sanata, con un minorenne su tre nei quartieri a rischio che non va a scuola. Il turismo non risana il disagio, non è la panacea dei mali della città. La camorra controlla l'abusivismo, non la polizia municipale, organo di controllo che dipende direttamente dall'amministrazione cittadina". La querelle tra Saviano e De Magistris, in realtà, non inizia oggi. Ma è ovvio che l'affondo ha ravvivato il duello. Il sindaco non va troppo per il sottile: "Caro Saviano ogni volta che a Napoli succede un fatto di cronaca nera arriva, come un orologio, il tuo Verbo, la tua invettiva, a Napoli nulla cambia. Premesso che a Napoli i problemi sono tanti, come fai a non sapere quanto sia cambiata Napoli. Saviano, non puoi non sapere, la verità è che non vuoi raccontarlo, sei un brand che tira se tira una certa narrazione, ti stai costruendo un impero sulla pelle di Napoli e dei napoletani". Pronta la controreplica del giornalista: "Il problema non sono i killer, sono io. Perché a lui non piacciono le periferie, non ne ama parlare, e pare che la città sia ridotta al salotto di casa sua, dove la polvere va nascosta sotto al divano". "Gli fa schifo Soccavo, gli fa schifo Pianura - sottolinea - si vergogna del rione Conocal, se ne frega del rione Traiano. Il sindaco è del Vomero e gli piacciono le cose ordinate". Quindi, dopo avergli dato del popolusti, lo bolla come un "webete". "Lei ha bisogno di me, ha bisogno di contrapporsi a qualcuno - dice ancora rivolto all'ex pm - lei ha bisogno delle contrapposizioni perché senza quelle dovrebbe affrontare la realtà dei tanti soprusi che la sua amministrazione tollera".

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