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No di Gentiloni ad Ala. E Zanetti lascia

Da sinistra Enrico Zanetti e Denis Verdini

L'ex viceministro all'Economia: "Volevamo un riconoscimento politico, non poltrone". Nessun sottosegretario ai verdiniani. E per le emergenze è pronta Forza Italia

Carlantonio Solimene
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No ai verdiniani nella compagine governativa. Per mandare un segnale di pace alla minoranza Dem me anche per avere un governo più debole al quale poter staccare la spina in qualsiasi momento. Tanto più che per le emergenze c'è Berlusconi pronto a garantire il sostegno di Forza Italia. C'è Matteo Renzi dietro la scelta di Paolo Gentiloni di rompere del tutto con Ala, decidendo di negare alla compagine guidata dall'ex coordinatore del Pdl qualsiasi posto di sottogoverno. Un muro contro muro che ha avuto come prima ripercussione l'addio all'esecutivo di Enrico Zanetti, leader di Scelta Civica che occupava la poltrona di viceministro all'Economia. «Non cercavamo certo poltrone, ma un riconoscimento politico» si è sfogato Zanetti. «All'indomani della formazione del governo, i nostri gruppi parlamentari avevano chiesto al presidente del Consiglio Gentiloni un chiarimento politico sulla nostra piena partecipazione alla maggioranza di governo - ha continuato - per tenere fede all'impegno assunto con il capo dello Stato, durante le consultazioni, circa la nostra disponibilità a sostenere un governo in questa difficilissima fase di transizione. Abbiamo atteso pazientemente in queste settimane, ma nessun chiarimento politico è arrivato. È arrivata invece la proposta di confermare la squadra dei sottosegretari e dei vicemininistri, di cui faccio parte». «Di fronte a questo atteggiamento incomprensibile - ha concluso il leader di Scelta Civica - non sono disponibile alla mia conferma quale viceministro al Mef: all'anti-politica delle conferme in blocco a prescindere, dei governi fotocopia dove l'unico che ha il coraggio di fare un pas- so indietro è Matteo Renzi, preferiamo la politica». Parole che hanno ricevuto il plauso dei colleghi del gruppo ScAla al Senato: «La scelta di Zanetti è la dimostrazione della coerenza di una linea che Ala-Scelta civica ha illustrato in sede di consultazione con il capo dello Stato e che sta onorando, con un atteggiamento politico di responsabilità e di serietà» dice il capogruppo Saverio Romano. «A quanti, in malafede, in questi giorni hanno dipinto il gruppo come in attesa di poltrone, incarichi e prebende - conclude - rispondiamo con i fatti e con le scelte politiche per il bene del Paese». Alla fine Gentiloni non ha ceduto neanche di fronte alla possibilità di accogliere come sottosegretario allo Sport Valentina Vezzali, sempre di Scelta Civica. Così come, stavolta sul fronte interno al Pd, ha resistito al pressing di Luca Lotti per ottenere la delega ai Servizi Segreti. Sottosegretariato che, per il momento, dovrebbe restare ad interim allo stesso premier, nonostante nei giorni scorsi si fosse parlato del Dem Emanuele Fiano. Per il resto solo conferme, con qualche semplice spostamento, come quello di Davide Faraone dall'Istruzione al nuovo ministero della Coesione. Oggi il premier parteciperà alla Conferenza stampa di fine anno organizzata dallOrdine dei giornalisti e in quella sede traccerà i contorni di quella che sarà l'azione di governo nei prossimi mesi, a partire dal delicatissimo caso Mps. Poi traccerà l'importanza degli appuntamenti già fissati come a marzo il 60esimo anniversario dei Trattati di Roma e il G7 di Taormina. La prospettiva del Partito Democratico - al di là delle ambizioni di Gentiloni - resta comunque quella delle elezioni al massimo a giugno. E in un periodo così breve la rottura con i verdiniani non dovrebbe pesare.  

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