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Matteo Renzi punta a far cadere Paolo Gentiloni entro giugno per evitare il referendum sul Jobs Act

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Che potesse essere un governo "balneare" era nell'aria. Ma forse quello di Paolo Gentiloni potrebbe avere vita più breve del previsto. Oggi il presidente del Consiglio e il suo esecutivo si presenteranno al Senato per ottenere la fiducia. I numeri, anche dopo lo schiaffo di Denis Verdini e dei suoi, non dovrebbero essere a rischio. Ma sulla testa del presidente del Consiglio pende una spada di Damocle: il possibile referendum sul Jobs Act. La Cassazione ha già dato il via libera ai quesiti presentati dalla Cgil. Il 10 gennaio dovrà pronunciarsi la Corte Costituzionale e tutti danno per scontato il via libera. A quel punto la Consulta fisserà una data per la consultazione tra il 15 aprile e il 15 giugno. Questo almeno che, nel frattempo, non vengano indette le elezioni. Matteo Renzi starebbe spingendo in questa direzione. Anche per evitare un referendum che, con tutta probabilità, si trasformerebbe nel "secondo tempo" di quello dello scorso 4 dicembre sulle riforme costituzionali. L'ex premier non può certo permettersi di incassare un'altra batosta su un'altra legge simbolo approvata dal suo esecutivo. Per questo vorrebbe andare al voto il prima possibile.  L'alternativa è quella di modificare le norme in modo di disinnescare la consultazione. Ci riuscirà il governo Gentiloni? 

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