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Referendum, conto alla rovescia Delrio: "Se vince il No Renzi lascia"

Matteo Renzi

Ultimi comizi in piazza: chiude la campagna elettorale. Scontro fra i leader, il premier a Firenze: "La partita è apertissima ce la giochiamo". Grillo a Torino: "Il Paese è spaccato"

Silvia Sfregola
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Tutto pronto, in piazza della Signoria a Firenze, per l'ultima tappa del tour referendario di Matteo Renzi. Sotto al palco, ad ascoltare il premier, ci saranno anche i ministri Boschi, Franceschini e Delrio. Ed è proprio quest'ultimo che prima della tappa finale che precede le 24 ore di silenzio elettorale ad annunciare che se, dovesse vincere il No, il premier sarebbe pronto a lasciare. "Se vince il No, credo che Renzi andrà dal Presidente Mattarella a rassegnare le sue dimissioni" annuncia il ministro delle Infrastrutture a "Cartabianca" su RaiTre aggiungendo che: "È garantito che se vincerà il Sì, ci sarà una riforma elettorale". Poi il ministro cinguetta anche su Twitter  domenica votate con la testa e non con la pancia sulla Costituzione #cartabianca #iovotosi— Graziano Delrio (@graziano_delrio) 2 dicembre 2016 Intanto Beppe Grillo è a Torino in piazza San Carlo per chiudere la sua campagna referendaria per il No alla riforma costituzionale con Luigi di Maio, Alessandro Di Battista, Chiara Appendino e Virginia Raggi. "Vincere o perdere è la stessa cosa: siamo comunque un Paese spaccato in due" dice il leader M5s durante il raduno torinese. "Siamo in una situazione neurogastrologica. Siamo nella stasi mentale dove l'originale diventa falso e il falso vero" ha aggiunto riferendosi alle polemiche sul fac-simile della scheda elettorale del Senato e, al contempo, sulla sua famosa frase Votate con la pancia, non con il cervello. "Noi vogliamo andare avanti, con il nostro reddito di cittadinanza e poi universale, magari. Questi rimangono invece ancorati a idee vecchie - sottolinea Grillo - Il problema è smettere di usare le idee vecchie, che resistono, si stanno equipaggiando per un mondo che non presto non ci sarà più".  Anche Silvio Berlusconi come Salvini, che in mattinata ha attaccato il premier parlando di "voti all'estero comprati" in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera lancia l'allarme sul rischio brogli. Il leader di Forza Italia parla anche del patto del Nazareno, non senza un pizzico di amarezza: "Abbiamo avuto il torto di sperare che ci potesse essere una riforma condivisa, ma sono state cambiate le carte in tavola". La giornata politica è caratterizzata dall'ennesima polemica sul voto all'estero, dopo le indiscrezioni sull'affluenza sopra le aspettative. "Sono voti comprati" denuncia il leader della Lega Salvini. "È un ever green - taglia corto Renzi - Parliamo di cose concrete, siamo seri. Le polemiche stanno a zero i cittadini votano, siamo in democrazia". Il premier non prende in considerazione nemmeno i retroscena che ipotizzano il voto anticipato nel 2017 in caso di vittoria del Sì: "È fantapolitica" dice ma il suo ministro Delrio, a fine giornata, immagina anche lo scenario opposto.

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