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La vendetta della Bindi: De Luca di nuovo nel mirino dell'Antimafia

Governatore sotto accusa per l'incontro coi sindaci campani in cui invitava alla mobilitazione per il sì al referendum

Carlantonio Solimene
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Una faida senza fine. È quella, tutta interna al Pd, che oppone il governatore della Campania Vincenzo De Luca e la presidente dell'Antimafia, Rosy Bindi. Quest'ultima si è rivolta alla procura di Napoli per ottenere informazioni su eventuali indagini in corso relativamente all'incontro nel quale il presidente della regione Campania avrebbe chiesto a esponenti politici locali di schierarsi per il sì al referendum. Un incontro, del quale poi era stato diffuso un audio, nel quale il governatore avrebbe spronato i sindaci a impegnarsi maggiormente nelle campagna referendaria perché, in caso di vittoria del sì, Renzi li avrebbe sostanzialmente ricompensati con fondi a pioggia. "La commissione Antimafia - ha annunciato Rosy Bindi - all'unanimità mi ha incaricato di richiedere preventivamente informazioni urgenti alla Procura della Repubblica di Napoli, in merito ad eventuali indagini in corso, agli atti e ai documenti acquisiti e alla posizione dei soggetti coinvolti, per verificare i presupposti per l'avvio di un'inchiesta da parte della nostra commissione, presupposto che naturalmente è legato al tema mafia. Noi abbiamo sempre agito così per avviare le nostre inchieste ed anche questa volta useremo lo stesso metodo". La presidente Bindi ha spiegato che "durante l'ufficio di presidenza è stata formulata una richiesta, da parte dei gruppi di Gal, M5S, FI, Lega e Sinistra Italiana, in merito all'avvio di un'inchiesta della commissione sulla vicenda dell'incontro del presidente della regione Campania con esponenti della politica locale della stessa regione". Solo una settimana fa De Luca era tornato nell'occhio del ciclone per aver detto parole pesantissime sulla Bindi in un colloquio - che lui poi aveva definito "estorto" - con un giornalista di Matrix. In quel caso il governatore si era spinto a dare dell'"infame" alla presidente dell'Antimafia, aggiungendo che "ci sarebbe da ammazzarla". Il riferimento era a quanto accaduto prima delle elezioni regionali in Campania, quando De Luca fu inserito dalla commissione guidata dalla Bindi nella lista dei cosiddetti "impresentabili". Le accuse in questione poi caddero del tutto e la mossa dell'Antimafia non impedì all'ex sindaco di Salerno di essere eletto governatore. Dopo le polemiche per i "fuorionda", De Luca fu costretto a scusarsi anche per l'intervento del premier Matteo Renzi. Ora, però, la mossa della Bindi potrebbe riaccendere un confronto asprissimo.

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