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Giorgia Meloni: "Mi candido alle primarie"

Meloni

"Vincerà il no, poi si deve andare a votare. E io non mi tiro indietro". Il referendum sarà un "banco di prova" E Berlusconi incontra Mattarella

Antonio Angeli
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«Non è vero che dalla parte di Renzi c'è il "nuovo" e chi vota no al referendum del 4 dicembre è il "vecchio"», parola di Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia, che sfida il premier (ma anche la Boschi) a un confronto tv con chi non fa fare loro sempre bella figura e si candida per le prossime primarie del centrodestra. Nel giorno in cui Berlusconi si è recato per la prima volta da Mattarella (con Gianni Letta) Giorgia parla delle future alleanze. Giorgia Meloni, cosa accadrà il 4 dicembre? «Do per scontato che vincerà il no, perché si tratta di una riforma pessima, proposta da un pessimo governo. Sia che si voti per la riforma stessa oppure su chi la propone, gli italiani potranno solo rispondere "No grazie" che è anche il nome del comitato referendario che ho promosso». E poi? «Do per scontato che Renzi debba andare a casa ed è quello che lui stesso promise in tempi non sospetti. Ricordo ai lettori del Tempo che disse: "Se vincerà il no smetterò di fare politica" ed è stato così che il fronte del no è arrivato al massimo del consenso degli italiani. Deve mantenere l'impegno». Potrebbe non volerlo fare. «Mi appello al presidente Mattarella, che sono certa si renderà conto che gli italiani non si possono permettere il quarto governo scelto non dagli elettori, ma nelle segrete stanze». Potrebbe esserci un problema con la legge elettorale? «Può benissimo farla il governo Renzi dimissionario. Questo della legge elettorale è l'ennesimo bluff per il quale poi dovremmo tenerci un governo non eletto per un altro anno e mezzo. E sarebbe un governo che farà un'altra legge di bilancio, politiche sull'immigrazione e altre cose che non sono la legge elettorale, che può essere votata in due settimane». Qual è il passo successivo? «Il centrodestra si deve organizzare, io mi candido alle primarie, non mi tiro indietro». Con chi? «Di sicuro questo lo vedremo durante la campagna referendaria, in base al posizionamento chiaro e alternativo nei confronti del governo Renzi. Perché il governo e le riforme sono due facce della stessa medaglia: entrambi nati per sottrarre potere alle persone e concentrarlo nelle mani di pochi. Dobbiamo liberarci di tutto questo». La campagna referendaria sarà un banco di prova, si attende sorprese? «Sono abbastanza ottimista, perché c'è un posizionamento molto chiaro da parte di tutti. Vedo molte persone al lavoro, ho parlato con tutti gli attori e ritengo ci siano i margini per un fronte chiaro. Visto che le scelte del passato hanno definitivamente chiarito alle forze in campo cosa si aspettano da loro i cittadini. Gli italiani non credono nelle ammucchiate e non vogliono fare favori a Renzi». Illustri commentatori politici ritengono che Renzi sarebbe in difficoltà in un confronto in tv con lei. «Sono mesi che chiedo a Renzi di potermi confrontare direttamente con lui. Ma mi basterebbe che accettasse di confrontarsi con uno della sua generazione. Mi fa sorridere che vada a cercarsi solo persone che hanno più di ottant'anni per i faccia a faccia in tv. Per far passare che lui è il nuovo e noi siamo il vecchio. In realtà vecchio è lui, i suoi metodi, i suoi regali elettorali fatti con i soldi in deficit. E un po' lo stesso fa la Boschi». Si spieghi. «Mi sembra che preferisca non confrontarsi con altre donne, forse per fare risaltare la sua immagine, piuttosto che i contenuti». Ritiene veramente che possano essere effettuati dei sequestri di proprietà immobiliari private dallo Stato per motivi di necessità?» «Per questo mi danno dell'allarmista, ma non mi sembra di esserlo. Ho solo fatto notare come a Goro sia stato requisito dalla Prefettura grazie ad una legge dell'Ottocento un Ostello della Gioventù per metterci dentro i migranti. E un domani perché no le seconde case degli italiani?»

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