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Zingaretti cancella il museo dedicato al gerarca Graziani

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Revocato il finanziamento al Comune di Affile

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L'ultimatum è scaduto, come i fondi regionali usati per realizzare il museo, poi dedicato dal Comune di Affile al generale Rodolfo Graziani. Dopo l'aut-aut dei 15 giorni, rimasto senza risposte da parte del piccolo municipio della Valle dell'Aniene, la Regione ha infatti deciso di revocare il finanziamento da 34 mila euro per il monumento che l'amministrazione comunale ha intitolato nel 2012 al ministro della Guerra di Mussolini. Per il presidente, Nicola Zingaretti «il Comune ha commesso una scorrettezza istituzionale, cambiare in corso d'opera gli obiettivi del finanziamento: abbiamo invitato la giunta a rispettare gli atti ma senza risposta. E c'è una questione etica, lo Stato non può finanziare monumenti a Graziani». Ma non è dello stesso parere il sindaco di Affile, Ercole Viri: «Nessuna legge vieta di intitolare il mausoleo a Graziani». Per il primo cittadino del borgo ai confini con la Ciociaria la Regione vuole «revocare un finanziamento, che non può essere revocato, solo per una questione politica». La Regione però si richiama alla «legge Scelba che, in materia di apologia del fascismo, sanziona chiunque pubblicamente esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo» come Graziani, che «fu uno dei più importanti gerarchi». E spiega di aver revocato i finanziamenti perché, quelli concessi originariamente 6 anni fa, «erano finalizzati alla riqualificazione di un'area nel territorio del Comune di Affile, attraverso la realizzazione di un parco pubblico in località di Radimonte e di un piccolo museo del soldato». Il quale doveva restare ignoto, senza intitolazioni, almeno stando al «progetto preliminare e definitivo» da complessivi 168.783 euro concessi nel 2009. Poi, nel luglio del 2012, il Comune ha invece approvato una delibera «con la quale si dispone la dedica del piccolo museo del soldato al Maresciallo d'Italia Rodolfo Graziani». E così, già nell'aprile del 2013, la Regione sospese i finanziamenti chiedendo di cancellare il nome del «maresciallo d'Italia». Fino all'ultimatum dei 15 giorni concessi nelle scorse settimane per eliminare «la dedicazione al generale Rodolfo Graziani, pena la revoca del finanziamento regionale relativo al "piccolo museo del soldato", concesso e non ancora erogato». Perché finora la Regione ha liquidato 101.172 euro, ma non il saldo di 67.611 euro (per il quale il Comune di Affile ha presentato un decreto ingiuntivo), da cui ora sarà detratta la somma di 34.245 euro (ossia il costo quantificato per la realizzazione del piccolo museo poi dedicato a Graziani). «Abbiamo seguito con grande rispetto tutta la vicenda – riepiloga il presidente Zingaretti – La giunta comunale di Affile aveva chiesto un generico finanziamento per un monumento ai caduti e invece votò una delibera per intitolare il parco a Graziani, commettendo una scorrettezza anche da un punto di vista istituzionale. Allora abbiamo invitato la giunta di Affile a rispettare gli atti che portavano al finanziamento, non abbiamo ricevuto risposta e quindi la giunta regionale ha deciso di revocare il finanziamento. In primo luogo perché si è trattato di un vulnus amministrativo, cambiare in corso d'opera gli obiettivi del finanziamento ricevuto, poi per un tema etico: lo ribadisco, lo Stato non può finanziare un monumento a persone come Graziani. La nostra scelta è dettata dal rispetto dei valori costituzionali e dal rispetto delle normative». Non la pensa così Francesco Storace, che giudica «incredibile la decisione della giunta su Affile. Stiamo oltrepassando il limite dell'abuso d'ufficio. Le difficoltà di Zingaretti non vengono meno solo perché deve fare propaganda per il 25 aprile».

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