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Sergio Endrigo, l'esule istriano che cantava il suo dramma

Sergio Endrigo

Non solo uno dei maggiori cantautori italiani di tutti i tempi. Sergio Endrigo era nato a Pola e nel 1947 fu costretto a scappare

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Non solo uno dei maggiori cantautori italiani di tutti i tempi. Sergio Endrigo è stato anche uno degli esuli istriani che ha abbandonato le sue terre d'origine in seguito all'annessione di Istria e Dalmazia alla Jugoslavia di Tito. Nato a Pola dal pittore e scultore Romeo Endrigo (anche tenore autodidatta) e da Claudia Smareglia, Sergio Endrigo trascorse l'infanzia in Istria. Nel febbraio 1947 fu costretto, a causa delle vicende seguenti alla fine della seconda guerra mondiale, ad abbandonare la città natale insieme alla madre (il papà era morto nel 1939) e a trasferirsi come profugo prima a Brindisi e poi a Venezia. Sergio Endrigo negli anni riallacciò i rapporti con la sua città natale. A Pola e alla tematica dell'esodo istriano dedicò una struggente canzone dal titolo «1947». Fin dagli anni Sessanta, Endrigo partecipò ad alcune manifestazioni musicali in Jugoslavia, divenendo amico del famoso cantautore croato Arsen Dedic. Tra Endrigo e Cristicchi una grande stima reciproca, sfociata in collaborazione artistica. «Averlo conosciuto è stata una fortuna per me - racconta Cristicchi - Mi ricordo un uomo divertentissimo: veniva considerato un musone, soltanto perché con i media non aveva grande dimestichezza, ma era capace di farti piangere dalle risate raccontandoti una barzelletta e farti piangere d'emozione due minuti dopo».

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