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«Astral distrutta dalle consulenze»

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La società che gestisce le strade del Lazio ha perdite per 10 milioni. L'ad Mallamo: «Tutti avevano il loro orticello, nessuno doveva sapere»

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Una società pubblica con perdite aumentate del 1.700% rispetto al 2010, toccando quota «10 milioni 200mila euro». Un fiume di denaro che esce dalle casse di Astral, l'azienda controllata al 100% dalla Regione Lazio, che lo stesso neo amministratore unico, Antonio Mallamo, sta cercando di arginare: «Una delle cose peggiori che ho trovato a giugno, quando mi sono insediato, sono state le consulenze, consulenze a tutti, con un aggravio di costi. Il perché di tutti questi incarichi esterni non sono ancora riuscito a capirlo, pensi un po'. Ho trovato un'azienda dove tutti avevano il loro orticello e guai a entrarci, tutto a compartimenti stagni, e si capisce pure il perché, con quel bilancio». Questo il quadro della spa, istituita nel 2002 per progettare, appaltare ed eseguire interventi di manutenzione della rete stradale del Lazio, ma che a partire almeno dal 2010, è finita in una crisi finanziaria di tale portata che lo stesso governatore Nicola Zingaretti aveva deciso di non approvare il bilancio del 2012. «C'era da portare i libri in Tribunale per il fallimento», precisa Mallamo. Così, racconta che «ho voluto capire se c'erano i margini per recuperare questa azienda e salvare il lavoro dei dipendenti. Dopo i controlli e le verifiche, la Regione ha deciso che c'è la possibilità di rilanciarla. Il rischio fallimento è scongiurato». Ma andiamo con ordine, partendo proprio dall'analisi che fa la Corte dei conti sul contesto aziendale di Astral. Va detto che la ricostruzione dei magistrati contabili è basata sul bilancio del 2011, in quanto quello del 2012 è stato «approvato circa 20 giorni fa», spiega l'amministratore. Secondo i riscontri compiuti sugli incartamenti societari, emerge che al 31 dicembre 2011 l'azienda aveva una «considerevole perdita pari a euro 6 milioni 54mila 670 con un aumento del 984,12% rispetto al 2010». L'anno dell'emorragia di denaro, dunque, è il 2011 con la gestione di Tommaso Luzzi ai vertici aziendali. E nel 2012 le perdite raggiungono i 10 milioni 200mila euro, con aumento in termini percentuali rispetto al 2010 del 1.700%. A fronte di questo salasso di denaro dei cittadini, manca il servizio. Secondo la Corte dei conti «si rileva un'elevata riduzione del valore della produttività del 31,14% in meno rispetto al 2010», mentre per assurdo è aumentato il costo del personale «pari a 10 milioni 794mila 631 euro». Per i magistrati contabili, «tale incremento è sicuramente da imputare all'aumento di ben sei unità, due delle quali dirigenti». Come spiega lo stesso Mallamo, in Astral lavorano 175 dipendenti, «alcuni dei quali anche a mille euro al mese e con famiglie». Sono gli stipendi dei 17 dirigenti ad attirare l'attenzione. Questi vanno da un minimo di 87mila euro all'anno a un massimo di 190mila euro per l'ex amministratore delegato (durante l'Amministrazione Polverini) e attuale direttore generale, Marco Coletti, che inoltre risulta avere un costo lordo aggiuntivo che ricade sull'azienda pari a 275mila euro. Gli stipendi annui, comunque, si attestano per la maggior parte attorno ai 110mila euro, anche se poi i costi aziendali per singolo dirigente fanno sostanzialmente raddoppiare questa somma. C'è da dire che, forse, qualcosa potrebbe cambiare. «Quando sono stato nominato amministratore unico la mentalità che ho trovato è che nessuno doveva sapere niente, tutto era diviso in compartimenti stagni. Io non ho trovato un'azienda, ho trovato tante piccole aziende che facevano parte di una holding, perché tutti avevano il loro orticello e guai a entrarci. Tutto a compartimenti stagni, e si capisce pure il perché, con quel bilancio». Il motivo di questa emorragia di denaro pubblico sarebbe da ricondurre a scelte aziendali tutte da chiarire. La società si «reggeva su un contratto di servizio vecchio che abbiamo totalmente cambiato, ovviamente. Funzionava così: la Regione dava lavori ad Astral, che si tratteneva una percentuale pari al 12% per le spese. Quindi, faccio un esempio, la Regione dava 10 milioni per fare lavori e la società si tratteneva 1 milione 200mila euro per la progettazione e tutte le spese di funzionamento. Questo presuppone che un'azienda che ha 10-11 milioni di costo di personale o l'Amministrazione da 120 milioni di euro l'anno di lavori oppure sono già in perdita». Ma «una cosa ancora peggiore - continua Mallamo - che veniva fatta, è che per qualsiasi cosa sono state date consulenze, consulenze a tutti. Quindi c'è un aggravio di spese dovuto a questo. Sul perché siano stati dati tutti questi incarichi esterni ancora non sono riuscito a capirlo». Tasto dolente le retribuzioni annue per i dirigenti, che lo stesso amministratore ammette essere «non abbastanza alte, ma altissime».

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