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Il ministro Barca: «Non punto a fare il segretario del Pd»

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In un'intervista ha commentato: «Penso che il partito, attualmente, sia di sinistra. La componente ex Dc è di sinistra: così come lo è la componente laica». Il leader di Sel Vendola: "Quella di Barca è una sollecitazione sacrosanta"

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«Non punto a fare il segretario. Renzi ha le carte giuste per la premiership». Così Fabrizio Barca, ministro del Governo Monti, in una intervista su «Repubblica», dopo la presentazione di un documento per rinnovare il Partito Democratico. «Voglio aprire un dibattito con l'ambizione di far parte del nuovo gruppo dirigente - afferma dopo un "no" secco alla domanda se intenda prenotare il posto di segretario - Penso che il partito Democratico, se non si usano ipocrisie, sia un partito di sinistra. La componente ex Dc è di sinistra: si chiamava così quando era nella Dc. Ed è di sinistra anche la componente laica. Quanto alla vocazione maggioritaria, non vi vedo nessuna alcuna contraddizione visto che la sinistra governa a momenti alterni tutti i maggiori Paesi del Mondo». Riferendosi al Pd, Barca ha detto che «se il partito è quello che racconto io, la prima condizione è che il contributo degli iscritti e dei simpatizzanti deve essere determinante. Il finanziamento pubblico così come è non può più continuare. Bisogna ridurlo, sganciarlo dalla dipendenza dai gruppi parlamentari e dargli nuove forme più trasparenti». Per il Ministro poi, «il partito deve restare fuori dagli enti pubblici». E per rompere il meccanismo della lottizzazione, Barca suggerisce di applicare "una concorrenza trasparente che faccia prevalere la competenza e il merito e non l'appartenenza o la fedeltà. Anche per il successore di Bersani, secondo me, dovrebbe valere la regola dell'incompatiblità tra incarichi di partito e cariche pubbliche». Riferendosi poi a Matteo Renzi, Barca è chiaro: «È talmente ambizioso l'obiettivo che ho in mente, che se forze come quella di Renzi non sono dalla parte del cambiamento diventa quasi impossibile realizzarlo». E sulla possibilità che il sindaco di Firenze possa essere un candidato alla premiership, Barca afferma che «una persona che si presenta alle primarie e in 40 giorni agita il Paese, coinvolge tanti giovani e raccoglie un consenso così vasto, dimostra di avere delle carte significative per fare questo mestiere». Il ministro sembrerebbe dunque allontanare le «sirene» di Palazzo Chigi: «governare è stata un'avventura straordinaria. Ho scoperto che Nenni si sbagliava: la stanza dei bottoni c'è davvero. Ma sono andato a sbattere contro l'assenza dei partiti. E allora mi appassiona la sfida di provare a cambiare il luogo dove si forma la volontà democratica: i partiti appunto». E davanti ad una eventuale possibilità che il prossimo Presidente della Repubblica possa offrirgli l'incarico di formare il governo, Barca taglia corto: «cercherei di convincerlo a non farlo». Per il leader di Sel Vendola, quella di Barca è una "sollecitazione sacrosanta che deve costringerci a lavorare molto e tutti insieme per costruire una proposta politica. Cominciamo un cammino tutti insieme. Poi saranno le cose a determinare, eventualmente, divisioni e separazioni. Se qualcuno mi chiede se sto sciogliendo Sel, io rispondo semmai sto sciogliendo il Pd in qualcosa di piu' grosso e piu' importante. Appunto, il soggetto del futuro per tutta la sinistra". Quanto all'elezione del Capo dello Stato, Vendola afferma che "non deve essere il frutto di un accordo tra nomenklature. Il metodo giusto, quello usato per Boldrini e Grasso. Poi sarei ovviamente contento se fosse votato da tutto il parlamento". Una rosa di nomi? "Vorrei solo che avesse un nome come la rosa, ossia femminile". Sul governo, Vendola ha detto di scommettere ancora su Bersani: "non mollo. Bisogna assolutamente togliere di mezzo l'ipotesi di un governo con la destra di Berlusconi e invece andare in parlamento con il progetto del governo di cambiamento e verificare li' se si assumeranno la responsabilita' di ucciderlo prima di farlo nascere".

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