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La rotta giudiziaria che ha portato da Finmeccanica al Campidoglio

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Percapirci qualcosa in questa trasversale inchiesta giudiziaria che ha coinvolto due procure, Napoli e Roma, due continenti, l'Europa e il Sud America, bisogna fare un passo indietro, all'autunno scorso, quando i magistrati partenopei e quelli romani accelerano rinviando a giudizio, a novembre, l'ad di Selex Marina Grossi (moglie dell'ex presidente di Finmeccanica Pierfrancesco Guarguaglini) e arrestando, a ottobre, l'ex direttore commerciale dell'azienda Paolo Pozzessere. Questi è accusato di corruzione internazionale in relazione ad una tangente di 18 milioni di euro che sarebbe stata pagata ad alcuni esponenti del governo della Repubblica di Panama per l'acquisto di una grossa partita di elicotteri Agusta Westland, tra le maggiori società controllate da Finmeccanica. Alla signora Grossi, invece, la procura contestava un presunto giro di fatture false per quasi due milioni e mezzo di euro. Motivo per cui due persone, tra cui il consulente di Finmeccanica Lorenzo Cola, sono state condannate a un anno di reclusione dopo aver patteggiato la pena. Il giro di fatture false avrebbe dovuto riguardare alcuni appalti Enav, un'altra controllata di Finmeccanica. Il colosso finanziario che controlla anche Breda Menarinibus, insomma, prima che la procura di Roma s'imbattesse nei presunti rapporti con i più o meno fantomatici collaboratori del sindaco Alemanno (ipotesi smentita proprio ieri dal primo cittadino carte alla mano, ndr), non era nuova ad una gestione più che allegra dei fondi della società. Gestione affidata a personaggi ricorrenti nell'universo Finmeccanica, come l'ex capo delle relazioni esterne Lorenzo Borgogni, l'ex superconsulente dell'azienda Lorenzo Cola (entrambi indagati), il commercialista Marco Iannilli (già coinvolto nell'affare Selex), che proprio al pm Paolo Ielo, titolare dell'inchiesta alla procura di Roma, rivela per la prima volta i presunti affari tra politica e appalti, e in particolare indiscrezioni sulla partita per l'aggiudicazione dei 45 filobus destinati al corridoio della mobilità Laurentina-Tor Pagnotta. È Iannilli, dunque, ad inaugurare il filone di quella che che l'altra grande gola profonda di questa vicenda, l'imprenditore D'Inca Levis, in una lettera all'ex ad della Breda Menarinibus Roberto Ceraudo chiama, in lingua inglese, Lobby Rome, di cui l'ormai ex amministratore delegato dell'Ente Eur Riccardo Mancini sarebbe stato uno dei referenti principali. Mancini avrebbe caldeggiato l'affare della Breda Menarinibus in cambio dell'appoggio di Finmeccanica alla sua nomina all'Ente Eur, azienda controllata al 90% dal ministero delle Finanze, che a sua volta controlla il 30% del colosso industriale italiano. Mancini verrà nominato amministratore delegato dell'Ente a fine luglio 2009. Mat. Vin.

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