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«Siamo alla dittatura dei magistrati»

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Il Cav durissimo: «Sono onnipotenti, possono fare di una persona ciò che vogliono» Replica a Monti: «Non vuole incapaci alla guida delPaese? Pensava ai suoi ministri»

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Costrettodai sondaggi che premiano i candidati dalla «faccia pulita». Ma a Berlusconi l'averlo dovuto fare per colpa di quelle che, secondo lui, sono inchieste «inventate» dai pm di sinistra non è andata giù. Così ieri, intervistato da Maria Latella a SkyTg24, ha di nuovo attaccato i giudici. Con parole durissime: «Questo Paese oggi non è una piena democrazia, siamo in una dittatura dei magistrati che ha un potere senza pari». «Sono onnipotenti – ha proseguito – nessuno li può tenere sotto controllo, possono fare di una persona quello che vogliono, è una cosa che dobbiamo eliminare». E l'esempio riguarda proprio la necessità di non far entrare in lista chi è finito sotto inchiesta. «Non sono possibili queste decisioni su persone che non possono candidarsi perché hanno delle accuse infondate dei magistrati» si è sfogato il Cavaliere. Se poi è l'opinione pubblica a premere perché non siano in lista, è perché, secondo Berlusconi «il circuito mediatico-giudiziario arriva a indurre delle persone che non hanno conoscenza diretta dei fatti a credere che possono essere vere queste accuse». Graffiante il giudizio sull'ex pm di Palermo leader di «Rivoluzione Civile»: «I magistrati sono personaggi che quando li incontri sono particolari, vedi Ingroia. Dovrebbero non solo essere imparziali, ma apparire imparziali. Invece Ingroia si è dichiarato rivoluzionario di sinistra e ha avuto indagini delicatissime in mano come quelle dei rapporti tra lo Stato e la mafia». E altrettanto velenosa è stata la risposta a Mario Monti che in un colloquio con il direttore del «Corriere della Sera» Ferruccio De Bortoli lo aveva attaccato con un «bisogna impedire agli incapaci di gestire il Paese». «Evidentemente Monti si riferiva ai ministri del suo governo» è stata la replica di Berlusconi. Che poi ha continuato a criticare il Professore per aver detto che all'estero gli assicurano di non avere visto da tempo esponenti del governo italiano. «Io nel Qatar non solo ci sono andato, ma sono amico dei leader del Qatar, ci tratto settimanalmente. Ho venduto due giocatori al proprietario del Paris Saint Germain – ha sottolineato – Quello che afferma Monti è molto disdicevole e assolutamente lontano dalla realtà. L'Italia sull'orlo del baratro? Una mascalzonata. L'Italia sul baratro ce l'ha portata lui con il suo governo dei tecnici». Risposte che Berlusconi vorrebbe dare direttamente al Professore in un faccia a faccia televisivo. Allargato anche agli altri leader in corsa per palazzo Chigi: «Io sono assolutamente disponibile a qualsiasi confronto». «Se vincessi al totocalcio – ha proseguito – e avessi 30mila euro da investire a chi li darei? A Bersani che è un politico di professione? A Ingroia che è un pm, a Monti che è un professorino o a Berlusconi con tutta l'esperienza che ha nelle imprese e al governo? Secondo i sondaggi il 99% lo darebbe a me. Sono una persona buona, giusta, con un'esperienza vasta nel mondo del lavoro e della politica ma i miei oppositori hanno raccontato il peggio di me e la grande stampa gli ha prestato una mano importante». Il Cavaliere è convinto che i consensi che il Pdl ha perso si possono recuperare solo con una massiccia campagna elettorale in tv. Per questo ha mandato in soffitta i maxi-cartelloni e ha puntato anche sul web. Ma se riuscirà a vincere il candidato del Pdl alla presidenza del Consiglio non sarà lui ma il segretario: «Alfano è il mio successore e sarà lui a guidare il partito prossimamente. È il migliore tra tutti i politici in circolazione oggi». Intanto il Cavaliere è al lavoro su una riedizione del patto con gli italiani: «Ci sarà un nuovo contratto, è ancora in itinere – ha garantito – Ci saranno tante novità, tra cui la modifica dell'architettura istituzionale. Se non riusciremo a farlo è perché gli italiani non avranno saputo votare e resteremo indietro rispetto agli altri Paesi». Esclusa però la possibilità che ci sia una nuova Bicamerale per le riforme: «Penso che non ce ne sia bisogno, cosa fare è molto chiaro: si tratta di dire se c'è la volontà di farlo». E se a vincere fosse invece Pier Luigi Bersani, gli ha chiesto Maria Latella. «Non riesco a pensare a situazioni irrealistiche – è stata la risposta – è una cosa fuori dalla realtà».

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