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Online il programma di Monti Al centro la riforma del Fisco

Il presidente del Consiglio Mario Monti

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L'Agenda Monti pubblicata in serata sul sito ad hoc agenda-monti.it, contiene il programma del premier. Quello sul quale Monti chiede una larga adesione delle forze politiche che condividono il progetto di rinnovamento del Paese. L'Agenda è introdotta da una lettera ai cittadini nella quale spiega il senso della scelta. «Negli ultimi mesi si è molto parlato di Agenda Monti. Non sono stato io a introdurre questo riferimento, ma diverse forze politiche e della società civile che hanno così inteso ispirarsi all'azione del governo, come linea di confine fra le politiche da fare - o da non fare - nei prossimi anni». Poi scrive che ne è nato un dibattito incoraggiante ed è emerso un consenso piuttosto ampio. «Incoraggiato da questi segnali- prosegue il professor Monti nella lettera - ho lavorato in modo più sistematico». Tema principale dell'Agenda è quello fiscale sul quale il premier batte con insistenza dopo le critiche di Berlusconi. «Per la prossima legislatura occorre un impegno, non appena le condizioni generali lo consentiranno, a ridurre il prelievo fiscale complessivo - si legge nell'Agenda - dando precedenza a lavoro e impresa, anche per mezzo del trasferimento del carico corrispondente su grandi patrimoni e sui consumi che non impattano sui più deboli e sul ceto medio. Servono meccanismi di misurazione della ricchezza oggettivi e tali da non causare fughe di capitali». Alla sinistra radicale e in particolare alla Cgil manda a dire che «la riforma del mercato del lavoro rappresenta un passo avanti fondamentale del nostro Paese verso un modello di flessibilità e sicurezza vicino a quello vincente realizzato nei Paesi scandinavi e dell'Europa del nord. Non si può fare marcia indietro». Si deve quindi «proseguire sulla strada tracciata per migliorare». Ovvero «individuare correzioni possibili e completare le parti mancanti, ad esempio quelle relative al sistema di ammortizzatori sociali». Poi indica come priorità del nuovo Parlamento, la «riforma della legge elettorale, così da restituire ai cittadini la scelta effettiva dei governi e dei componenti delle Camere». Monti punta il dito contro gli «inaccettabili episodi di corruzione e malcostume» che impongono una «sterzata». Il che significa «drastica riduzione dei contributi pubblici ai partiti e ai gruppi parlamentari e dei rimborsi elettorali, con l'introduzione di una disciplina di trasparenza dei bilanci con la tracciabilità dei finanziamenti privati e una soglia massima per gli stessi contributi». Centralità alla giustizia con il «rafforzamento del principio di legalità e trasparenza». Introdurre «una disciplina del falso in bilancio e completare la normativa su anticorruzione e autoriciclaggio». L.D.P.

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