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Le sterzate elettorali dei giudici di Milano

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La Corte d'Appello non rinvia il processo Mediaset e contraddice il parere dei magistrati del caso Unipol

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AMilano quello che è valido per un magistrato non lo è per un suo collega. Ieri, infatti, la Corte d'appello del capoluogo lombardo ha respinto la richiesta presentata dagli avvocati di Silvio Berlusconi, di sospendere il processo Mediaset per gli impegni elettorali dell'ex premier. Cioè per lo stesso motivo che appena il giorno prima un altro magistrato, quello che si occupa del processo Unipol, aveva giudicato fondato, accordando lo slittamento delle udienze a un periodo successivo alle elezioni. La Corte di Appello si è invece «riallineata» a quanto deciso, una settimana fa, dal tribunale del processo Ruby – in cui pm è Ilda Boccassini – di non concedere la sospensione. Insomma una sorta di zig-zag giuridico. I giudici ieri non hanno accolto le ragioni che sono state presentate dai legali di Berlusconi perché le hanno giudicate «generiche» e quindi – hanno spiegato – non consentono di capire come la continuazione del processo possa influire sulla campagna elettorale. Inoltre hanno sottolineato che il processo in cui Berlusconi è imputato per frode fiscale nella compravendita di diritti televisivi e cinematografici, si concluderà dopo le elezioni e, dunque, viene meno la preoccupazione della difesa sull'eco mediatica che potrebbe avere il processo. Il calendario delle udienze prevede infatti la requisitoria del procuratore generale Laura Bartolè Viale il 25 gennaio mentre la sentenza è prevista al più presto il primo marzo. Cioè a urne orami chiuse. Ma i magistrati della corte d'Appello ieri hanno respinto anche il legittimo impedimento presentato dai legali di Berlusconi, i quali avevano riferito che il leader della coalizione del Pdl era impegnato in una riunione politica. «L'istanza non è stata comunicata per tempo», hanno replicato. Ma poi non hanno spiegato le ragioni per cui non era possibile tenere la riunione in un'altra data. Un atteggiamento – e una decisione – che ha scatenato la reazione degli avvocati di Berlusconi. Che hanno sottolineato proprio la schizzofrenia dei magistrati del capoluogo lombardo. «La situazione a Milano nei processi al Presidente Berlusconi è ormai insostenibile e fuori da ogni logica – ha detto Niccolò Ghedini – Negli anni passati erano stati sempre sospesi i processi durante la campagna elettorale. Nell'arco di pochi giorni su tre collegi diversi ben due hanno statuito che i processi, guarda caso i più delicati e sensibili anche mediaticamente, debbano continuare. Rimane comunque un'unica domanda a cui le alte cariche dello Stato e l'Organo dell'autogoverno della magistratura dovrebbero rispondere: perché si vogliono continuare i processi al presidente Berlusconi durante la campagna elettorale? Per chi conosce la storia la risposta è facile». Deluso anche il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri che ha commentato con un laconico «sono decisioni che agli occhi dei cittadini minano ulteriormente la credibilità della magistratura».

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