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Monti vuole vincere ma telefona a Bersani

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Prof e Democratici preparano l'alleanza Il premier agli italiani:no al voto con rabbia

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Insommaordinaria amministrazione, niente di più. Il Pd rilancia che «non ci sono patti elettorali ma solo contatti legati all'attività di governo». Il dubbio è che la notizia sia stata fatta uscire dal Pd per polarizzare il voto tra Bersani e Berlusconi: un risultato deludente del centro consegnerebbe più seggi del Senato a Pd-Sel in quelle regioni dove dovesse vincere il centrodestra. Senza contare, ammette un centrista, che «un conto è ragionare col Pd avendo preso il 15%, un conto con l'8%». Ma siccome a pensare male si fa peccato, come diceva spesso Andreotti, ma ci si azzecca, difficile non immaginare che le grandi manovre di un inciucio o di alleanza, che dir si voglia, siano entrate nel pieno. I segnali a distanza nei giorni scorsi c'erano, eccome. Tanto più che i sondaggi in modo sempre più netto indicano che difficilmente Bersani ce la farà al Senato. Per governare quindi si richiederà «la stampella» del Prof. Vendola può pure lanciare strali e la Cgil intasare twitter di messaggi al vetriolo, l'accordo deve solo essere limato. Non a caso ieri la leader del Cgil Camusso ha chiarito che «non siamo messi così male per colpa di 13 mesi di governo Monti ma perchè ci sono stati anni di governi di destra». Non si spiega altrimenti il dietrofront del Prof su alcuni temi chiave: la disponibilità a modificare la riforma delle pensioni, a rimettere mano al redditometro e a ritirare l'Imu sulla prima casa ma anche a difendere la famiglia contro i matrimoni gay. Un'attenzione quest'ultima all'area cattolica del Pd che soffre per la vicinanza a Sel. Con Vendola si vedrà. Il leader di Sel non è poì così inespugnabile se ha già detto che sulle riforme istituzionali si può trovare un terreno d'incontro. Certo i margini di manovra sono risicati e l'avvicinamento è un gioco di fioretto. I tatticismi Monti li lascia a quel politico navigato che è Casini. L'attenzione ora è puntata sull'avvio della campagna elettorale con l'appuntamento a Bergamo domenica prossima al parco scientifico tecnologico Kilometro Rosso con una manifestazione con i candidati in Lombardia di «Scelta civica». La sorpresa potrebbe essere l'esordio nella campagna elettorale di Montezemolo. Bergamo sarà la prima tappa di un giro che porterà Monti in varie città italiane, per far conoscere sul territorio candidati e programmi delle sue liste. Per ora non sono stati fissati appuntamenti precisi, nè è stata ancora concordata una linea d'azione comune con le forze politiche che fanno parte della coalizione, vale a dire Udc e Fli. Una strategia che cerca anche di individuare bacini elettorali diversi e di valorizzare la novità Monti, anche se sono in cantiere appuntamenti che, soprattutto per quanto riguarda la lista del Senato, vedano in campo esponenti dei tre raggruppamenti, a cominciare dal premier, Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini. Ieri Monti ha parlato su Facebook con un video, sul suo account nuovo di zecca. Il primo messaggio è rivolto agli indecisi e a quanti si stanno allontanando dalla politica, quelli tentati dall'astensionismo. Il Professore auspica che «gli italiani reagiscano alla sfiducia non semplicemente non votando o votando per la protesta o la rabbia, ma aiutino la politica che è una cosa di tutti noi». L'invito è a «reagire alla sfiducia non semplicemente non votando o votando per la protesta o la rabbia, ma aiutando la politica, che è di tutti noi». Poi spiega i motivi della sua «salita in politica». «Dopo aver fatto una cosa difficile , cioè salvare l'Italia dalla crisi finanziaria», ho pensato di farne «una ancora più difficile, che ho sentito come dovere morale: mobilitare energie fresche della società civile per cercare di ridare serietà alla politica». La politica, dice il Professore, «si occupi non di clientele, non di apparati, ma di cittadini». Poi ricorda di aver «salvato l'Italia da una crisi che rischiava di distruggerla».

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