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Leonardo Ventura «Una cosa immorale, contro la quale è mio dovere battermi».

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IlCavaliere torna ad attaccare il Professore, anche in questa occasione definito «una comparsa destinata a lasciare presto la politica italiana», quando invita al voto utile ricordando che «gli italiani devono fare una scelta di campo netta: o la sinistra di Bersani o il centrodestra rappresentato da me. Tutto il resto, a partire da Monti, è inutile nell'attuale quadro politico». Il Cavaliere ostenta sicurezza sull'esito del voto. «Le rilevazioni mi danno già oggi al 20% cento. Sono pronto a scommettere una cena che alla fine della campagna elettorale starò almeno al 30%». Spazio anche a quanto accaduto nel passato confermando che quello sulla coppia «Merkozy» (una crasi di Merkel e Sarkozy) resta un tasto dolente: «Io gli ho garantito l'appoggio - dice il leader Pdl riferendosi a Monti - perché le cose, dopo la famosa lettera della Bce, si erano messe male per l'Italia. Ma non dimentico - ammette - i sorrisetti ironici di Merkel e Sarkozy, i quali sopportavano male la mia presenza sulla scena perché io in Europa mi facevo sentire, non recitavo un ruolo subalterno». «È stata fatta - dice ancora, tra l'altro - una campagna in cui si sono saldati interessi europei che miravano a farmi fuori: da parte di certa stampa a certi governi. E io sono stato disciplinatamente in silenzio, ho rinunciato a dire la mia e ho appoggiato Monti per il bene dell'Italia, perché in quel momento era l'unica cosa da fare». Berlusconi pensa comunque al futuro e nel caso gli riuscisse il colpaccio di riprendersi il governo ha già fissato il meù del suo impegno. «Il mio primo provvedimento sarà l'avvio della riforma dell'architettura istituzionale. Oggi in Italia il primo ministro non ha poteri, i tempi di approvazione di un disegno di legge sono troppi lunghi, la Corte costituzionale non è più un'istituzione di garanzia ma un organismo politico della sinistra. Per questo urge una riforma costituzionale» dice Berlusconi a Teleradiostereo. Non solo. «Nel primo consiglio dei ministri aboliremo l'Imu e poi ci dedicheremo alla riforma del mercato del lavoro e delle pensioni. I 4 miliardi dell'Imu sono poca cosa a fronte di una spesa pubblica di 800 miliardi di euro» conclude. Intanto i giorni passano, le elezioni si fanno sempre più vicine e Silvio rafforza gli inviti al voto utile, concentrato sul suo partito e, addirittura, su quello di Pier Luigi Bersani. «Io spero che gli italiani votino o per il Pd o per il Pdl», dice l'ex premier dai microfoni di TeleRadioStereo: «Non devono disperdere i voti verso i piccoli partiti che - avverte - sono solo d'intralcio e che pensano solo ai loro interessi». L'appello al voto utile, termine che il Cavaliere non pronuncia ma che è la sintesi dell'invito a concentrare il voto sui partiti più grandi, arriva nelle case degli italiani all'ora di pranzo, con un collegamento telefonico in diretta con il Tg5. In questa intervista, nel corso della quale la stessa conduttrice del tg Mediaset descrive «gli italiani più che mai vessati da imposte e rincari, davvero non ne possono più», Berlusconi risponde a questa domanda sulle liste: «Berlusconi, Bersani, Monti, Ingroia, un grillino, Giannino, un radicale, non bastasse la quantità di liste in corsa per le politiche c'è un grande affollamento di candidati premier. Non pensa che per gli italiani votare, questa volta, sia più che mai un rebus?». «No. Con tutte queste liste - dice il Cavaliere - gli italiani debbano imparare a votare e cioè in primo luogo devono superare la delusione e il disgusto per l'attuale politica e gli attuali politici e decider di andare a votare, ricordando che se non vogliono interessarsi alla politica sarà poi, forzosamente, la politica a interessarsi di loro». «Presidente, gli alleati di Monti, Casini e Fini, sostengono che sarà una corsa a due, tra Bersani e il premier uscente. I sondaggi parlano di un recupero del Popolo della libertà. Lei si sente sconfitto in partenza?». Berlusconi risponde dicendo: «Al contrario, non mi sento affatto sconfitto. Siamo tutti noi ottimisti perché dopo 13 mesi di distanza e silenzio, in cui non ho dato nemmeno un'intervista ai giornali italiani né fatto una comparsa in televisione, sono ritornato a comunicare e i sondaggi ci confermano che in poco più di 15 giorni siamo saliti di 10 punti e quindi contiamo di recuperare quel 40 per cento di elettori che ci avevano votato nel 2008, e che sono abbastanza facili da convincere, affinché possano ritornare a casa». Per convincerli il Cavaliere ricorda anche che «nei quasi 10 anni dei nostri Governi siamo riusciti a tenere i conti dello Stato in ordine senza mettere mai le mani nelle tasche degli italiani»

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