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Ora Ingroia fa il «rottamatore»

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L'exmagistrato chiede senza mezzi termini un passo avanti alla società civile e uno indietro a quelli che affollano la prima fila: da Antonio Di Pietro a Oliviero Diliberto, passando per Paolo Ferrero e Angelo Bonelli. La cosiddetta sinistra radicale che, escluso Nichi Vendola, non ha trovato ospitalità nel centrosinistra costruito da Pier Luigi Bersani. Ingroia rassicura comunque i suoi interlocutori: «Fare un passo indietro non significa sparire, perché vi vogliamo con noi nella battaglia». E prosegue: «Il "nuovo polo", non è secondo a nessuno, non deve essere un collage, un'accozzaglia di colori, un arcobaleno, ma una nuova identità che nasce e che dobbiamo portare a sintesi unitaria. E poi dobbiamo osare. Apriamo il libro dei sogni non vogliamo un polo giustizialista e manettaro». L'ex procuratore aggiunto di Palermo dà quindi la disponibilità a scendere in campo: «Se riusciamo a realizzare tutto questo, sono disponibile a candidarmi per portare questa battaglia avanti anche in Parlamento». Quindi chiede al leader della Fiom Maurizio Landini, a don Luigi Ciotti, Michele Santoro, Sandro Ruotolo e Salvatore Borsellino (fratello di Paolo), di unirsi a lui. L'ultimo pensiero è per Pier Luigi Bersani. Il magistrato si dice diponibile al confronto con il Pd. È già un leader.

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