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Fini si candida e si allea con Monti

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Sarà capolista di Fli in tutte le Regioni Obiettivo superare la soglia del 2%

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Mentrei suoi «colonnelli» – da Italo Bocchino a Roberto Menia – si presenteranno nelle circoscrizioni in cui sono più forti per far salire l'asticella delle preferenze del partito e consentirgli così di raggiungere alle elezioni almeno quel 2 per cento a livello nazionale necessario per entrare in Parlamento. Fli, infatti, si presenterà in coalizione la lista Monti e con gli altri partiti del centro visto che l'ipotesi di formare un gruppo unico, il famoso Terzo Polo, è ormai saltata. Troppi gli ostacoli e i veti incrociati. Soprattutto sul partito di Gianfranco Fini, che nei sondaggi non va oltre l'1,5%, e al quale nessuno vuole regalare spazio nella propria lista. Il presidente della Camera ha annunciato la sua candidatura ieri nella conferenza stampa di fine anno con la stampa parlamentare. «Lo farò – ha spiegato – con un rassemblement che si rifà all'azione del presidente del Consiglio Monti». «È a tutti noto – ha spiegato – che se questo progetto prenderà corpo, e ne sapremo qualcosa di più dopo lo scioglimento delle Camere con le dichiarazioni del presidente del Consiglio, al di là delle tecnicalità all'interno di quel progetto sottoporrò agli elettori la valutazione della mia candidatura». Il presidente della Camera dunque non ha alcuna intenzione di «rottamarsi» – dopo venti anni in Parlamento – come hanno fatto altri deputati. E ha spiegato di essere assolutamente contrario a prevedere per legge un limite ai mandati. «Non credo che per il mandato rappresentativo abbia cogenza assoluta stabilire un tetto – ha sottolineato – Quella che è per certi aspetti la più affascinante tra le democrazie, quella statunitense, impedisce in modo tassativo il terzo mandato per il capo dell'esecutivo, ma i "congressmen" sono rieletti tantissime volte. Il che non significa che autonomamente all'interno dei gruppi politici si possano stabilire regole diverse». Fini è ovviamente pronto ad appoggiare la candidatura del Professore per un nuovo incarico a palazzo Chigi, dandogli la guida del raggruppamento delle liste di centro: «Personalmente io ho espresso l'auspicio che Monti sia il capo della coalizione. E la stessa posizione è stata espressa da altri. Io sto lavorando per la creazione di quello schieramento, auspicando che prosegua nella prossima legislatura arricchendo l'agenda con riforme strutturali». Come ad esempio quella del sistema di voto che i partiti non sono stati capaci di fare. Ma in una conferenza poco «istituzionale» e molto «politica» non poteva mancare un attacco a Berlusconi. Il quale, a sua volta, dallo studio di «Porta a Porta» lo aveva accusato di essere «orridissimo», insieme a Pier Ferdinando Casini. «È una cosa orrida non aver visto mai l'onorevole Berlusconi seduto sul suo banco alla Camera – ha risposto – Ed è una risposta garbata. In altre sedi risponderò in altro modo». La sfida con il Cavaliere, però, riguarda anche la caccia al voto dell'area del centro. Un «campo» nel quale, secondo Fini, l'ex premier non ha diritto di restare. «Quando sento dire da Berlusconi che dobbiamo fare l'unione dei moderati e poi dialoga per una unione stretta con la Destra di Storace e la Lega di Maroni, mi chiedo cosa voglia dire moderati». La conclusione è affidata a una battuta: «E poi stento a capire la formula "unione dei moderati". Cosa c'è dall'altra parte, i maleducati, gli estremisti?».

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