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L'«M-day» è arrivato.

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E,soprattutto, per scongiurare una sconfitta elettorale che, in caso contrario, rischierebbe di essere inevitabile. Appuntamento alle 10 al Teatro Olimpico di Roma, dove ad affrontare una platea che si annuncia gremita ci saranno tutti i protagonisti dell'ala «montiana» del partito. Da Alemanno a Formigoni, da Sacconi a Quagliariello, da Frattini a Mantovano per arrivare ad Augello. Ma quella che rischiava di diventare una fronda nei confronti di Berlusconi si è trasformata a poco a poco in una manifestazione ufficiale del partito. Sugli schermi ci sarà il simbolo del Pdl e a concludere i lavori sarà l'intervento finale di Angelino Alfano. Confermate anche le ultime indiscrezioni: Silvio Berlusconi in persona manderà un messaggio ai presenti, un modo per mettere il cappello su un evento che, fino a una settimana fa, sembrava preannunciare una scissione al centro. Il Cavaliere, però, dopo essere rimasto spiazzato dall'iniziativa, è riuscito a disinnescare i rischi di fuoriuscite con la disponibilità a fare un passo indietro in caso di candidatura di Monti. Intervenendo durante il Tg5 delle 20 non ha mai nominato il Professore, ma si è tenuto lontano dai toni provocatori che, fino a una settimana fa, avevano contraddistinto le sue parole. Anzi, ha nuovamente invitato gli elettori a «votare i grandi partiti, per non disperdere la propria preferenza, e in particolare il Pdl, l'unica forza in grado di coagulare tutti i moderati, che sono la maggioranza nel Paese». Nelle stesse ore i promotori di «Italia Popolare» erano riuniti per limare i contenuti programmatici dell'incontro. Tutti i rappresentanti delle varie associazioni presenti leggeranno un punto del documento, e i valori da cui si ripartirà saranno quelli «storici» del centrodestra. Dall'adesione al Ppe al liberismo economico, dalla riforma della giustizia al rispetto della persona fin dal concepimento. Nelle stesse ore, all'Auditorium della Conciliazione, andrà in scena la manifestazione voluta da Giorgia Meloni e Guido Crosetto, «Le primarie delle idee». Ma la concomitanza dei due eventi ha finito per far passare in secondo piano l'iniziativa dell'ex ministro della Gioventù, tanto che anche Alessandro Cattaneo, leader dei formattatori, ha annunciato che diserterà la Capitale. E sono in molti tra i «montiani» a ritenere che, da domani, gli stessi Crosetto e Meloni si riavvicineranno alla linea ufficiale del partito. Intanto il senatore Gaetano Quagliariello torna all'attacco: «Aver staccato la spina al governo Monti è stato un errore» . Car. Sol.

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