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«Sono il più europeista d'Italia»

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BerlusconiDefinisce doverose le dimissioni di Monti e risponde a Schulz Elezioni il 24 febbraio. «Io, un conducator. Un mese per battere Bersani»

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«Bastacon le politiche germano-centriche», e ancora: «Bersani? Lo possiamo battere in un mese», parola di Silvio Berlusconi. Che poi, tutto sommato, potrebbe anche aprire la porta a Renzi. Una cena in pizzeria come tanti italiani la domenica sera: Berlusconi ieri è andato da «Mamma Oliva», a Milano, in via Vincenzo Monti 33 (indirizzo curioso), con lui c'era anche la figlia Marina e i due nipoti. A tavola con l'ex premier la parlamentare Pdl Maria Rosaria Rossi, Francesca Pascale e altri commensali. Sorpreso dalle dimissioni di Monti? Gli è stato chiesto. «No - ha risposto - pensavamo che fosse doveroso». «L'esperienza del governo dei cosiddetti tecnici è finita», ha aggiunto, e poi: «Cambia poco perché abbiamo l'anticipo di un voto di un mese, un mese e mezzo. Noi abbiamo tenuto fede agli impegni». L'ex presidente, ieri a cena, si è seduto tra la Pascale e la Rossi e durante la serata ha scherzato con i camerieri. Al suo tavolo sono state ordinate 5 margherite con la bufala, tre margherite al trancio e 2 pizze salsiccia e friarielli. E, come nel suo stile, non si è fatto pregare più di tanto per dare i suoi giudizi sul momento politico. Anzi, l'ex premier è stato un vero fiume in piena. «Se Renzi vuole venire con noi sappia che per i liberali c'è sempre la porta aperta», ha detto. È sufficiente un mese per battere Bersani? «Penso di sì, sono più giovane politicamente di Bersani, Casini» e di altri politici del centrosinistra «e sono assistito dal migliore giovane che c'è in campo, Angelino Alfano». «È il nostro segretario ed è in ticket con me - ha aggiunto Berlusconi - Alfano è un fuoriclasse mentre io ho alle spalle quasi vent'anni di leadership e quasi dieci di governo, il che mi porta ad essere considerato dagli italiani un "conducator" di cui fidarsi. Sarebbe stata una mancanza mia di responsabilità, con sacrificio personale, se non mi fossi riproposto». E ancora: per le elezioni «sento come data il 24 febbraio, quindi penso che non si perderà tempo. Confido nel buonsenso degli italiani e cercherò di spiegare il prossimo mese, andando in tv, che il voto frammentato rende il Paese ingovernabile», ha aggiunto. Alcune delle cose che ha detto sembrano avere il sapore di una battuta. Ma ci sono anche programmi precisi. «Con la Lega non è mai venuta meno l'alleanza»: ha detto Berlusconi, che poco prima aveva avuto il vertice col Pdl lombardo. «Stiamo cercando di risolvere il problema della Lombardia, che discende dall'alleanza a livello nazionale. Abbiamo deciso di sederci ad un tavolo - ha proseguito - per affrontare il problema a livello nazionale, e poi penseremo a quello lombardo, ma non vedo possibilità di contrasti». E ha anche aggiunto: «Un ticket Gelmini-Maroni potrebbe essere il punto di arrivo del ragionamento con la Lega» per le elezioni in Lombardia. Il panorama appare così abbastanza chiaro: Il Pdl apre all'ipotesi di una Lombardia guidata dal segretario della Lega Roberto Maroni, in cambio di una alleanza nazionale che rimetta il centrodestra nelle condizioni di poter vincere alle prossime elezioni politiche. Sembra questo lo scenario che si profila dopo il vertice del Pdl di ieri a Milano nella residenza di Silvio Berlusconi, in via Rovani. Lasciando l'incontro Berlusconi ha parlato di un colloquio «molto positivo e molto costruttivo» e ai giornalisti che gli chiedevano se c'è una chiusura nei confronti dell'ipotesi Maroni al Pirellone ha risposto: «No, no, tutt'altro». Al termine del vertice con i dirigenti lombardi del Pdl e con il segretario Angelino Alfano, Silvio Berlusconi ha lasciato la sua casa, a piedi, per andare a mangiare nella pizzeria di fronte, appunto in via Vincenzo Monti. E non gli deve aver fatto passare l'appetito il giudizio durissimo del presidente del Parlamento Ue ad Oslo per la consegna del Nobel alla Ue. Schulz aveva dichiarato che, a suo giudizio, un ritorno dell'ex premier potrebbe rappresentare una minaccia per l'Italia e per l'Europa. Sulle affermazioni di Schulz, Berlusconi ha affermato: «È assurdo e inaccettabile che il presidente del Parlamento europeo possa esprimere un giudizio sulla politica italiana. È male informato - ha detto ancora - perché se in Italia c'è una persona più europeista di Silvio Berlusconi, me la facciano trovare».

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