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Monti alle province Tagli agli assessori, non alle scuole

Il premier Mario Monti

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Dopo le minacce del neopresidente dell'Upi, Antonio Saitta, pronto a spegnere i termosifoni delle scuole per protestare contro i tagli del governo, la presidenza del Consiglio ha reagito con una nota durissima parlando di «proposte fuori dalle realtà» da parte degli amministratori locali e stigmatizzando polemiche «che non servono a nessuno». «Il Governo sta operando un riordino delle istituzioni sul territorio e una riorganizzazione degli uffici amministrativi per migliorare l'efficienza della macchina amministrativa e ridurne i costi», si legge nel comunicato reso pubblico da Palazzo Chigi intorno alle 19 di ieri. «In questa ottica - continuano dal governo - abbiamo una linea chiara e definita, un nuovo sistema di governance mirato a ottimizzare costi e servizi sul territorio. Demonizzare questa linea, come autorevoli rappresentanti di enti locali o associazioni di categoria stanno facendo in queste ore, non serve a nessuno». «Ventilare l'idea di spegnere i riscaldamenti nelle scuole o proporre vacanze più lunghe agli studenti per ipotetici risparmi - è scritto nella parte in cui si fa riferimento alla provocazione di Saitta - appare una proposta fuori dalla realtà». Nelle righe restanti della nota si fa riferimento alle finalità della riforma appena varata che mira al riordino e all'accorpamento delle Province. Si spiega come, secondo Palazzo Chigi, «eliminando le giunte e precisandone i compiti, i servizi erogati ai cittadini non devono essere ridotti; possono essere invece più efficaci e meglio distribuiti». La cancellazione di 35 enti locali, concludono dal governo, permetterà «evidenti economie di scala funzionali a una migliore gestione economica». Ad esempio grazie all'eliminazione di «più di 600 assessorati». La scelta di Mario Monti di intervenire in prima persona nello scontro acceso giovedì da Antonio Saitta è stata ponderata a lungo. Di fronte alla provocazione dello spegnimento dei termosifoni nelle scuole, e soprattutto alla mancata marcia indietro di ieri, alla fine il premier ha deciso di far sentire la propria voce. Ma l'irritazione che serpeggiava nell'esecutivo era tangibile fin dal mattino, quando il ministro per la Funzione pubblica Filippo Patroni Griffi aveva accusato il leader dell'Upi di «mettere sullo stesso piano il riscaldamento delle scuole e il taglio delle poltrone». Tradotto: non si possono mettere in dubbio i diritti degli studenti per difendere i propri privilegi. Ancora più esplicita la sottosegretaria all'Istruzione Elena Ugolini: «Capisco tutto, ma penso che sia sbagliato strumentalizzare i bambini». E, giusto per rispondere a provocazione con provocazione, la Ugolini ha invitato Saitta a «spegnere i riscaldamenti negli uffici provinciali e far andare gli adulti al lavoro col cappotto». La sortita di Saitta, però, ha incontrato forti opposizioni anche da ambienti extragovernativi. Una serie di posizioni con un comun denominatore: comprensibile la protesta contro i tagli, deprecabile il ricatto ai danni degli studenti. «Ottimo esordio, non c'è che dire, quello del nuovo presidente dell'Unione delle Province - ha ironizzato Francesco Scrima, segretario generale della Cisl scuola - se voleva essere una battuta è di pessimo gusto. Quali margini abbiano gli enti territoriali, a partire dalla Regioni, per recuperare risorse spendendo meglio quelle che hanno, ce lo raccontano le cronache recenti, dando triste conferma di quanto denunciamo da tempo». E a sostegno delle dichiarazioni di Scrima ci sono anche i dati diffusi dall'Istituto Bruno Leoni e pubblicati ieri da Il Tempo. Secondo i quali, nel triennio 2008-2010, a fronte di un calo di investimenti del 25% circa, i costi della macchina amministrativa non siano stati tagliati in alcun modo. Aumentando, invece, dello 0,7%. Le parole del presidente dell'Upi, inoltre, hanno creato preoccupazione in molte famiglie, tanto che non sono stati pochi i presidenti di Provincia intervenuti per tranquillizzare i cittadini. A partire dalla presidente della Provincia di Bologna Beatrice Draghetti: «Grazie alle politiche di bilancio di rigore e sobrietà praticate in questi anni, non dovremo assumere decisioni drastiche sul riscaldamento delle scuole». «Peraltro - aggiunge - nella politica di riduzione delle spese stiamo già contenendo quelle di riscaldamento nelle sedi dell'Ente dove sono state impostate riduzioni di temperatura di un grado». Sulla stessa linea, tra gli altri, anche il presidente della Provincia di Perugia, Guasticchi, e quello di Modena, Sabattini. Il presidente dell'Upi, però, lungi dal fare marcia indietro, ha cercato nuove sponde per la sua protesta inviando una lettera aperta a tutte le componenti del mondo della scuola. «Già a luglio - ha scritto Saitta - abbiamo consegnato al ministro dell'Istruzione Francesco Profumo, un dossier dettagliato nel quale si evidenzia come da almeno 10 anni a questa parte i governi che si sono succeduti non abbiano assegnato nemmeno un euro di quanto stanziato per la riqualificazione e la messa in sicurezza degli edifici scolastici». Il taglio applicato da Grilli, avvisa il leader dell'Unione Province Italiane «ci impedirà addirittura di pagare le bollette. Non posso permettere che si continui a tenere sottovoce una questione così drammatica». Infine, l'appello a «studenti, famiglie, insegnanti e presidi a sostenere con noi questa battaglia per riportare la sicurezza della scuola pubblica al centro delle priorità del nostro Paese». Questo, almeno, fino all'intervento di Mario Monti. Poi la controreplica dell'Upi. «Il riordino delle Province non ha nulla a che fare coi tagli ai nostri bilanci, che non potranno intervenire sulle scuole ora. Mettere insieme la riduzione le due cose è solo un tentativo di gettare fumo negli occhi. Il governo non strumentalizzi». Parole che dimostrato come la querelle non si sia certo esaurita ieri. Resta infatti convocata per giovedì prossimo, a Roma, l'ennesima assemblea dei vari presidenti delle giunte e dei consigli provinciali. Sul tavolo proprio le proposte per portare avanti le varie forme di protesta. La battaglia è all'inizio. E l'inverno è alle porte.

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