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Montezemolo al bivio appeso al Professore

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Se Monti non si presenterà sarà difficile correre in modo autonomo

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Potrebbeessere questione di poche settimane. La crisi politica sta accelerando i tempi e Monti potrebbe decidere sciogliere la riserva della sua discesa in campo prima del previsto. Nel movimento del presidente della Ferrari, «Verso la Terza Repubblica» lasciano intendere che ci sono fondate aspettative per un nuovo impegno politico del premier. Ma se ciò non dovesse accadere allora, dicono, «sarà difficile esserci». Montezemolo si sente in mezzo al guado, compresso tra il ritorno in campo di Berlusconi e un centrosinistra che con Bersani ha spostato il suo baricentro sulle posizioni radicali di Sel. Parlando con alcuni parlamentari il presidente della Ferrari ha confidato le sue perplessità. È di fronte a un bivio: o Monti offre la possibilità politica di una convergenza di tutti i soggetti che si ispirano alla sua esperienza di governo oppure sarà complicato esserci. Il Movimento che è un punto di riferimento per i moderati delusi dal Pdl e per quanto aspirano a un cambiamento con l'esperienza del governo Monti come stella polare, è ancora troppo giovane per poter scendere nell'agone politico da solo. Inoltre sullo scenario politico sono tornati i protagonisti della scorsa legislatura e i meccanismi sono quelli ben noti della vecchia partitocrazia. Insomma lungi dall'essere l'alba di una nuova politica, la Terza Repubblica evocata durante la convention del 17 novembre, quella a cui si sta assistendo è «il colpo di coda della Prima Repubblica». È questo lo sfogo che Montezemolo avrebbe fatto ai suoi collaboratori, al lavoro da quasi un mese sull'organizzazione del movimento. «Sono discussioni da blog...», si limita a dire Piercamillo Falasca, giovanissimo coordinatore dell'associazione Zero Positivo, parte attiva del movimento Verso la Terza Repubblica. È un fatto, però, che nei giorni scorsi sia stata messa in stand by anche l'iniziativa che avrebbe dovuto vedere insieme Montezemolo, Fini e Casini e programmata inizialmente per il 20 dicembre. Voluta soprattutto dai leader di Udc e Fli, la convention sembra definitivamente archiviata seppure dai partiti fanno sapere che si è comunque al lavoro per una iniziativa, da tenere prima di Natale, a cui sarà invitato anche il movimento di Montezemolo. Montezemolo continua ad essere in contatto anche con i deputati del Pdl e del Pd che vorrebbero la discesa in campo del Professore. Nel Pdl, in particolare, ci sarebbero una trentina di parlamentari pronti a sostenere Monti qualora decidesse di scendere in campo. Le riunioni dello staff di Montezemolo continuano e proseguono anche le manifestazioni d'interesse di molti deputati del Pdl che sentono di non aver più una vita lunga sotto l'ombrello di Berlusconi. E se Italia Futura ha già lavorato sia ad un programma, sia al suo «governo ombra», ora si lavora al confronto di tutte le tematiche tra le varie anime del movimento. Si tratta di coniugare le istanze di mondi diversi, come quello delle imprese, del lavoro con le istanze che provengono dall'associazionismo cattolico. A questo stanno lavorando gli uomini del «gabinetto» del governo Montezemolo, ovvero il direttore dell'associazione Andrea Romano, il coordinatore politico Carlo Calenda (che ha anche la delega allo Sviluppo) e il responsabile per lo sviluppo territoriale Simone Perillo. Attorno a questo nucleo di fedelissimi c'è un gruppo di economisti e esperti in vari settori come Carlo Pontecorvo, medico, specializzato in chirurgia ma anche a capo di una holding di famiglia che gestisce attività armatoriali e possiede il 100% della Ferrarelle. Ci sono poi Enrico Zanetti e Giuseppe Zollino; il primo, commercialista, docente alla Scuola Superiore di economia e finanza e vice presidente della giunta dell'Unione giovani commercialisti, l'altro professore di Tecnica ed Economia dell'Energia e di Impianti nucleari. Quindi Beniamino Quintieri, preside della Facoltà di Economia Tor Vergata, ex presidente Ice e Commissario del Governo per l'Expo di Shanghai del 2010.

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