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Alfano resiste al Cavaliere «Basta barzellette, sì alle primarie»

Angelino Alfano

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Berlusconi ci ha provato di nuovo. Ha cercato di dare ancora una volta una spallata alle primarie del Pdl. Che considera inutili e noiose. E pazienza se a prendere i colpi, in un ufficio di presidenza ad altissima tensione, ancora una volta è toccato ad Angelino Alfano, l'uomo che il Cavaliere ha scelto solo un anno e mezzo fa come suo successore. «Questi convegni in ogni provincia porteranno solo allo scoperto le nostre faide interne, quelle che hanno schifato i nostri elettori – ha attaccato – Mi affido alle decisioni del partito anche se credo che serva ben altro perché il momento è difficile, difficile, difficile». Stavolta, però, il segretario ha reagito. Forte anche dei dirigenti del Pdl che gli hanno fatto capire chiaramente di essere con lui ha replicato a brutto muso a Berlusconi. «Noi non siamo né con Monti né contro Monti. Siamo privi di ogni credibilità. Ci dicono che non abbiamo una linea politica. Se vogliamo accentuare tutto questo, allora non prendiamo nessuna decisione neanche oggi». «Questo ufficio di presidenza ha deliberato le primarie – ha proseguito – Io sono per andare avanti. In ogni caso, o si prende una decisione, qualunque essa sia, o saremo "barzellettati" e io non ci sto. Altrimenti, qual è l'alternativa? Forse inseguire qualche gelataio o ex presidente di Confindustria che nei sondaggi va peggio di noi? Dobbiamo aspettare che arrivi il Berlusconi del 94? Finora non è venuto fuori. Allora scegliamolo tra noi. A meno che - è chiaro - non ci sia una scelta che riguarda personalmente Berlusconi sulla quale c'è la clausola di sempre». Poi l'affondo ancora più duro: «Se non facciamo le primarie allora facciamo pure la rivoluzione con il rinnovamento dei gruppi dirigenti e dei rami del Parlamento perché è da qui che parte la rivoluzione. Altrimenti andiamo avanti con le primarie, ben vengano, così magari verranno fuori le varie distinzioni». Berlusconi ha fatto buon viso a cattivo gioco, ha capito che stavolta il segretario non avrebbe mollato e ha accettato la decisione: «Il mio è stato solo uno sfogo per esprimere delle perplessità – ha risposto alla fine della riunione – Sono d'accordo con Alfano sulla necessità di uscire oggi con una decisione. Secondo me, appunto, occorre andare avanti sulle primarie anche se non sono salvifiche». E poco dopo, in una conferenza stampa convocata a palazzo Grazioli il Cavaliere ha negato qualsiasi scontro: «Tra me e Alfano c'è una totale condivisione, per me Angelino è come un figlio». In realtà il Cavaliere, pur accettando le primarie avrebbe preferito un altro meccanismo: «Avevo pensato a un'altra proposta e cioè far votare la scelta del nostro leader agli iscritti del Pdl attraverso dei call center in 10-12 giorni». Ora, però, assicura, il partito sarà tutto compatto per arrivare a fare i primi congressi regionali, partendo il 16 dicembre con Lazio, Lombardia e Molise. Poi si proseguirà a «gruppi» di altre Regioni. I candidati eletti porteranno i delegati che hanno ottenuto a una grande convention che si svolgerà a gennaio. E durante la quale sarà scelto il candidato premier. Berlusconi, avverte, non si schiererà con nessuno: «Ho promesso che ogni volta che potrò prenderò parte alle convention ma non per sponsorizzare il candidato anche perché lo sapete che sono stato io a decidere che il mio successore fosse Alfano. Andrò alle assemblee a spiegare quello che abbiamo fatto. E soprattutto a spiegare agli italiani come devono votare, per combattere l'astensionismo e il voto che si disperde sui partiti più piccoli che seguono solo i loro interessi». Il Cavaliere ha anche assicurato che non farà una sua lista – «non ci ho mai pensato, me l'hanno attribuita i media» – ma «stuzzicato» da un giornalista ha lanciato un avvertimento sibillino: «Quando parlo di choc mi riferisco al fatto che mi attribuiscono la capacità di tirare fuori il coniglio dal cilindro quando è il momento. Questa volta tirerò fuori un dinosauro...». E nel Pdl la tensione resta alta. Perché sono in molti a pensare che il Cav tenterà comunque di «smontare» le primarie. «Alfano ha vinto un round – commenta un parlamentare – ma la battaglia è ancora lunga».

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