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Paolo Dani Ha chiuso gli occhi per sognare «cose fantastiche», e ora che li riapre continua a sognare, Cesare Prandelli.

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Mail sogno che ha in testa è ancora più grande. «Riapro gli occhi, e sogno ancora - racconta nella dolce notte di Varsavia - È stata la mia partita più bella, per l'importanza del risultato e perché per tre quarti di gara abbiamo giocato alla grande. Rivedo le immagini di gioia di tutti, giocatori e collaboratori. E penso che il sogno è appena cominciato, che la partita più importante di questa avventura arriva solo ora». La Spagna, ancora. Punto di riferimento per il calcio spettacolo di tutto il mondo, ma finora messa in crisi solo dall'Italia, nella prima partita di questa avventura, come la chiama il commissario tecnico: «Sono loro i favoriti. Però noi ce la giochiamo alla pari: ritroveremo le energie, ce la faremo. E continueremo a proporre la nostra idea di calcio». Neanche le nubi di un possibile futuro lontano dalla nazionale riesce a rabbuiarlo. «Dite che mi ha chiamato un club russo? - ripete il ct - Ho il telefono acceso, ma non c'è nulla...Battute a parte, ho solo detto che per l'azzurro c'è un amore particolare, ma che mi manca molto il campo. Non ho detto altro». Stasera forse sarà mancato un po' meno. Anche se la rabbia finale di Buffon racconta anche la paura azzurra. «È un campione del mondo - spiega-, sa che certe partite le devi uccidere, e noi abbiamo sbagliato per tre volte il ko del 3-0. Poi prendi gol su rigore, magari una palla vagante...Se pareggiavano, avremmo perso 5-2: eravamo cotti». Anche per questo a un certo punto ha tolto un Balotelli da applausi: «Ha fatto una partita perfetta, esattamente quel che gli avevo chiesto. Però si toccava i flessori, temevo l'infortunio per la finale. Fortuna che erano solo crampi». Un 10 a Cassano: «Ha fatto la miglior partita in azzurro, per intensità e colpi». E poi la dedica finale: «È per tutti quelli che ci hanno voluto bene in questi mesi, anche nei momenti particolari, e loro sanno chi sono».

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