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«Silvio resti l'allenatore»

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GovernoL'ex ministro chiude a un'altra candidatura del leader «Dobbiamo dare fiducia al segretario e puntare sui giovani validi»

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o.Non si può andare avanti ogni giorno con indiscrezioni giornalistiche o dichiarazioni in ordine sparso su liste civiche, candidati alle primarie o nuovi nomi. È il momento di fare chiarezza o rischia di saltare tutto». È un ultimatum, onorevole Meloni? «Assolutamente no, ma nella direzione del Pdl di martedì bisognerà dire una parola definitiva su dove si vuole andare e con chi si vuole farlo». Giorgia Meloni fa fatica a trattenersi. È a bordo di una nave che sbanda in balìa delle onde e da settimane non fa altro che chiedere ai timonieri di tenere la barra dritta. Le ultime dichiarazioni del Cavaliere, con un paventato ritorno in campo da leader del centrodestra, hanno infuocato ulteriormente la situazione. Andiamo al sodo, onorevole. Lei resterebbe in un Pdl con Berlusconi leader? «Non sarei d'accordo e l'ho già detto in passato. E, tra l'altro, non ci starebbe neanche lo stesso Berlusconi. Deve limitarsi a fare il papà o l'allenatore, come aveva ipotizzato in prima persona. D'altronde, è stato il primo a investire in una generazione di giovani, consegnando il partito ad Alfano». Alfano, appunto. Forse è quello che subisce di più le esternazioni del Cavaliere... «Bisognerebbe chiederlo a lui. Io so solo che si sta impegnando tanto per rilanciare il partito. Senza contare che deve occuparsi anche della questione dell'appoggio al governo. Deve solo avere più coraggio. Sia nel pressare l'esecutivo che nel chiedere il rinnovamento nel partito. E anche, perché no, nel pretendere più chiarezza dei ruoli». Ma sarà davvero lui il candidato premier? «Certo, anche se è il primo a mettersi in discussione dicendosi pronto ad affrontare le primarie. Dobbiamo ripartire confermando la fiducia nel nostro segretario e impegnarci per ridare linfa al partito. La volontà di tutti dev'essere quella di migliorare il Pdl mantenendosi all'interno del Pdl». Porte chiuse alle liste civiche? «Ogni giorno se ne sentono di nuove. Si parla sempre più spesso di spacchettare il Popolo delle Libertà in decine di microliste, da quella dei giovani, alle imprenditrici, agli amanti degli animali». E la cosa non sembra entusiasmarla... «Io dico solo che ci vuole chiarezza. Non c'è più tempo, l'elettorato non è più disposto ad aspettarci. È una cosa che dobbiamo risolvere entro giugno, martedì in direzione ci dicano cosa vogliono fare una volta per tutte. Così almeno ognuno può regolarsi». Ma come? Giorgia Meloni, giovane e donna, si mette di traverso alle liste di giovani e donne? «Assolutamente no. Io sono perfettamente d'accordo con Berlusconi sul "rinfrescare" il partito. Non a caso ho lanciato un progetto che si chiama "Ripartiamo da zero". Voglio solo che il criterio di selezione sia quello giusto. All'interno del partito ci sono persone straordinarie e dobbiamo farle emergere. Si tratta di coloro che nelle ultime amministrative, pur nel disastro del Pdl, ci hanno fatto prendere più voti e a volte vincere contro tutti. Quelli che hanno fatto la gavetta e conoscono l'umiltà e il lavoro». Una pietra tombale sul velinismo... «Guardi, io non ho nulla in contrario a una bella ragazza in Parlamento. Voglio solo che tutto passi attraverso la scelta degli elettori. Voglio restituire il "boccino" al popolo. È ora di finirla con candidature decise attorno a un tavolo con non si sa bene quali criteri». È conciliabile tutto questo con le liste bloccate? «Innanzitutto ho presentato una proposta di legge per ripristinare il sistema delle preferenze. Se non fosse possibile, l'idea di fare le primarie anche per comporre le liste resta la migliore. Comunque l'Italia vuole cambiare la politica e il Pdl non puó ne far finta di rinnovarsi né restare com'è».

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