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Monti rassicura Pdl e Pd sul lavoro

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Il premier pronto ad accogliere le revisioni dei partiti sulla riforma

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Eccoperché, riferiscono fonti parlamentari, il premier non si aspettava che al suo ritorno ci fossero pressioni così forti sul governo. Anzi Mario Monti si aspettava (e si aspetta), spiegano le stesse fonti parlamentari, un appoggio forte in vista del non facile vertice del 28 giugno. A Bruxelles si deciderà se arriveranno aperture sostanziali dalla Germania sulle politiche per la crescita, ma già ieri Angela Merkel ha ribadito che Roma ha fatto "sforzi eccezionali" rispetto al passato. Il Professore ha fatto rientro a palazzo Chigi ieri pomeriggio per preparare subito il vertice del 22. In quell'occasione sottoporrà, insieme ad Hollande e a Rajoy, il piano italiano alla Cancelliera tedesca. Ma proprio per la delicatezza del momento il premier è rimasto sorpreso dall'incessante pressing dei partiti. Avrebbe preferito, sostengono fonti parlamentari, maggiore prudenza e soprattutto più tempo, ma da Pd e Pdl è partito un fuoco di fila con tanto di minacce di non votare la riforma del lavoro. «Serve un accordo impegnativo e politico, siamo in alto mare», spiegava per esempio l'ex ministro Cesare Damiano che da giorni chiede - insieme al resto del Pd - risposte chiare ad Elsa Fornero sulla questione degli esodati. Tensioni anche nel Pdl, tanto che Angelino Alfano ha chiesto anche a Silvio Berlusconi di frenare le iniziative di chi vuole staccare la spina. Nel partito di via dell'Umiltà riferiscono di una telefonata del segretario del Pdl con il premier durante la quale l'ex Guardasigilli avrebbe messo in guardia il governo. Il presidente del Consiglio avrebbe poi avuto un colloquio telefonico anche con Pierluigi Bersani e Pierferdinando Casini. Nel tardo pomeriggio ci sarebbe poi stata una telefonata anche con Silvio Berlusconi. Era stato lo stesso Cavaliere ad annunciarla ai suoi. Da qui l'impegno del presidente del Consiglio e in serata la nota di palazzo Chigi con la quale l'esecutivo ribadisce che accoglierà le richieste avanzate dai partiti. Intanto il pressing è serrato della politica sul ministro del Lavoro, Elsa Fornero, perché trovi una soluzione per i lavoratori esodati: ieri in Aula alla Camera il ministro è stato criticato su questo tema sia dal Pd che dal Pdl che hanno sottolineato come non si sia affrontato con la riforma della previdenza il problema della transizione trascurando di fatto «l'ABC» per chi decide di cambiare un sistema. I deputati della Lega hanno esposto lo striscione «esodiamo la Fornero» e immediatamente dopo lasciato l'Aula. Ma il presidente del consiglio Mario Monti assicura che risolverà sia la questione degli esodati che quella della flessibilità, impegnandosi a risolvere con iniziative ad hoc i «problemi posti dai gruppi parlamentari». Tra i 55.000 lavoratori che il Governo intende salvaguardare rispetto all'aumento dell'età pensionabile oltre i 65.000 già tutelati, secondo l'informativa del ministro, dovrebbero esserci prevalentemente lavoratori interessati ad accordi di mobilità e persone uscite dal lavoro sulla base di accordi individuali con almeno 62 anni (e i vecchi requisiti raggiunti entro il 2014). Di fatto dovrebbero essere salvaguardati tutti coloro che hanno fatto accordi collettivi di uscita dal lavoro in sede ministeriale entro il 2011 (anche coloro che al momento non sono ancora in mobilità ma ci andranno nei prossimi mesi sulla base di questi accordi). Dovrebbero essere salvaguardati tutti coloro che sono già nei fondi di solidarietà di categoria (come quello bancario) mentre dovrebbero essere tutelati solo una parte di coloro che hanno già lasciato il lavoro sulla base di accordi individuali (o che sono stati licenziati) entro il 2011 favorendo i più anziani (quelli con almeno 62 anni) e coloro che maturano requisiti e decorrenze entro il 2014 (quindi 36 mesi dall'entrata in vigore del decreto Salva Italia). Per gli altri, ha ribadito Fornero nell'informativa, si stanno studiando un mix di misure dall'estensione del trattamento di disoccupazione a formule di sostegno all'impiego con incentivi contributivi e fiscali. «C'è l'urgenza - ha detto il segretario del Pd, Pierluigi Bersani in transatlantico dopo aver parlato con il leader Udc Pierferdinando Casini e il ministro dei rapporti con il parlamento Piero Giarda - di qualcosa di concreto e ulteriore verso persone che sono rimaste senza lavoro e senza ammortizzatori sociali», cioè gli esodati. «Noi siamo disposti ad accelerare l'approvazione della legge - ha aggiunto - ma siamo determinati a ottenere risposte concrete». Dal ministro Fornero sul ddl lavoro - aveva spiegato poco prima - si sono sentite «parole chiare. Vediamo nelle prossime ore quali sono i fatti». «Quello che noi chiediamo - ha detto ieri in Aula Cesare Damiano - è un provvedimento immediato». Il Pdl - ha detto Giuliano Cazzola - chiede al Governo di trovare una soluzione ragionevole, che dia una risposta ai problemi già critici, in un arco di tempo di alcuni anni, programmando nello stesso tempo un percorso che tranquillizzi gli italiani e che eviti a questo Paese una campagna elettorale sugli esodati».

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