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In questa legislatura tre salvati e due condannati

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Inquesta legislatura è accaduto due volte: prima di Lusi, è toccato al deputato Pdl Alfonso Papa mentre un terzo parlamentare (il senatore pidiellino Nicola Di Girolamo) non ha aspettato il voto dell'aula e si è costituito in carcere dopo essersi dimesso. Il primo episodio risale al 1955, quando il deputato del Pci Francesco Moranino, condannato per la morte di 7 persone durante la Resistenza, affrontò il voto della Camera, che diede l'autorizzazione al suo arresto. Lui evitò il carcere fuggendo in Cecoslovacchia e poi fu graziato da Saragat. Sandro Saccucci, del Msi-Dn, era accusato per l'omicidio di un giovane comunista, Luigi Di Rosa, a Sezze Romano nel 1976. L'autorizzazione fu concessa dalla Camera il 27 luglio 1976, quando Saccucci però aveva già lasciato l'Italia. Toni Negri, professore universitario e capo dell'Autonomia operaia di Padova, era stato eletto deputato per il Partito radicale nel 1983, quando era in carcere in attesa di giudizio dal 1979. La richiesta di autorizzazione all'arresto per terrorismo fu concessa il 21 settembre 1983, quando Negri era già fuggito in Francia. L'arresto di Massimo Abbatangelo, del Msi-Dn, fu autorizzato dalla Camera nel 1984: era stato condannato per aver l'assalto con molotov a una sezione napoletana del Pc nel 1970. Diverso il caso di Cesare Previti: l'ex ministro è finito in carcere nel maggio 2006, ma trattandosi di una condanna definitiva (sei anni per la vicenda Imi-Sir) non ci fu bisogno dell'autorizzazione. In questa legislatura tre parlamentari sono stati «graziati» dalle aule. Il 20 luglio 2011 il Senato ha detto no all'arresto di Alberto Tedesco, del Pd, implicato nello scandalo della sanità in Puglia. Il 12 gennaio 2012 la Camera ha negato l'arresto del deputato del pdl Nicola Cosentino, inquisito dalla magistratura campana per presunta collusione con la camorra. No all'arresto anche per il deputato Pd Salvatore Margiotta, nel dicembre 2008, nell'ambito di una inchiesta su tangenti in Basilicata.

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