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Valérie, una donna in tweet

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Francia Nella battaglia tra la compagna di Hollande e la ex Segolene Royal la sintesi della diversità tra la sensibilità maschile e quella femminile

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Nonbasta il titolo del ventunesimo film su James Bond, l'agente 007 che le donne le sdraia con lo sguardo per ribaltarle un attimo dopo sulla propria auto superaccessoriata, parlante e in grado di tirar missili al Male, tra una pomiciata e l'altra, per descrivere il ginepraio femminile che sta bersagliando il nuovo presidente della Repubblica francese, il socialista Hollande, stiracchiato a colpi di Twitter inviati dalla sua compagna attuale, Valérie Trierweiler, giornalista, alla ex moglie del Première Monsieur, la politica (socialista pure lei), Ségolène Royal. Un cinguettio sul seggio di La Rochelle, dove sono in corsa la stessa Royal ed Olivier Falorni. «Coraggio ad Olivier - ha twittato Valérie - che non ha demeritato e che si batte al fianco dei rochellesi da tanti anni con impegno disinteressato». Lasciamo da parte un attimo la disfida di La Rochelle, non certo epocale per le sorti del mondo e della Francia, per concentrarci sull'eterno femminile. Nei 140 caratteri postati da Valérie si annida, in fondo, l'equivoco freudiano del XXI secolo: tutti presi a prendersela con Edipo e il suo complesso quando - in realtà - la colpa era di Giocasta. Chi era costei? L'Oracolo di Delfi predisse che il figlio di Laio, marito appunto di Giocasta, avrebbe ucciso suo padre e sposato sua madre. Per impedire che la profezia si avverasse, Giocasta abbandonò il proprio figlio su una montagna, con i piedi legati, e annunciò la sua morte. Il bambino fu salvato e condotto alla corte del re di Corinto, dove gli fu dato il nome di Edipo. L'Oracolo di Delfi fece anche a lui una profezia, predicendo che avrebbe ucciso suo padre e sposato sua madre. Ora capite che, in un casino del genere, dare la colpa ad Edipo attiene al pregiudizio. Lo stesso possiamo dire per Hollande, spettatore del femminile - nel caso dei Twitter della compagna alla ex - che lo sta travolgendo. Valérie, giornalista, donna di mondo, bella - come del resto lo è nonostante gli anta superati la Royal - che si avvolge in un soprabito bianco con sotto un vestito nero e la coscia semiscoperta al fianco del marito, incarna la debolezza maschile del potere. Che non è nell'atto, nel gesto - come è capitato a Bill Clinton - che non è nel catalogo da dongiovanni - come nell'epica di Berlusconi - ma è in un tweet. Raccontare le donne è la cosa più difficile al mondo, ci riesce a volte la letteratura ma difficilmente il giornalismo. E di sicuro nello sconcerto dei colleghi della Valeria di Oltralpe, c'è una fotografia impressionista: «Tutta le redazione è rimasta stupefatta dal tweet di Valérie. I colleghi si sono detti che non cambierà mai. È un vulcano. Quando odia qualcuno non può trattenersi. E non si è trattenuta». Trattenersi - si sa - è arte maschile, soprattutto quando si è nel potere. La stampa francese, compresa quella di sinistra, parla di conflitto di interessi tra la giornalista che comunica e la compagna del Presidente, ma si dimostra miope e figlia di un Sessantotto che non vuole finire mai. Non c'è conflitto di interessi ma diversità di genere. Le donne non sono uguali agli uomini, nel senso che sono diverse per sensibilità, per sfera razionale ed emozionale. Far finta di nulla è una convenzione, sinché non arriva un tweet. Oggi che le donne in Europa dettano agende e politiche globali - la Lagarde, la Trierweiler, la Merkel, la Ministra austriaca che pare avere una predilezione per l'Italia - è bene dirlo. Le finzioni funzionano al cinema ma pure lì, alla lunga, si svelano. Perché ci sarà il socialismo, ci sarà l'emancipazione femminile, ci sarà il giornalismo e il XXI secolo ma in fondo ha ragione Oreste Nardi. Ve lo ricordate? È il personaggio interpretato da Marcello Mastroianni in Dramma della gelosia - Tutti i particolari in cronaca (film di Ettore Scola) quando chiede all'amico Alberto: «Una sofferenza d'amore può essere in qualche modo collegata alla lotta di classe? Io cerco di dare a una mia questione personale un ambito più allargato, marxista: per non sentimme solo. È al segretario della mia sezione che parlo. Io so' solo, Albe': pure in mezzo a tutti 'sti compagni, me sento solo». Vive la France, vive la femme e vive Valérie e Ségolène.

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