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Sono in gioco i nostri risparmi

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I fuochi e i lapilli dello spread sono chiari: l'Italia è sotto attacco speculativo. I mercati pensano che il nostro Paese non abbia la forza di uscire dal tunnel della crisi con le sue gambe, pensano esattamente quel che ha scritto il Wall Street Journal l'altro ieri: «Dopo la Spagna tocca all'Italia» con un lapidario commento finale: «È un compito troppo grande anche per Monti». Il governo tecnico non ha più la fiducia delle piazze finanziarie e i trader in queste ore hanno cominciato un gioco al ribasso sui nostri titoli di Stato. Il differenziale tra i nostri Btp e i Bund tedeschi è tornato esattamente al punto di partenza, alla quota che aveva toccato in ottobre quando era in carica il governo Berlusconi. Ma la situazione economica del Vecchio Continente nel frattempo è peggiorata: l'Europa si sta avvitando in una crisi che sembra senza sbocco, l'Italia è in recessione, la Grecia è un morto che cammina, la Spagna ha chiesto aiuti europei per oltre cento miliardi per salvare le sue banche intossicate di spazzatura finanziaria, il Portogallo barcolla e perfino la Francia non sta tanto bene. Una battaglia titanica in cui le Borse fanno il loro gioco: comprano il sicuro e vendono l'insicuro. L'Italia è nella seconda categoria e dopo mesi di sforzi enormi per i cittadini onesti, riforme previdenziali e spremute fiscali, la sensazione è che il lavoro fatto rischia di essere inutile. Il doppio colpo di Grecia e Spagna si fa sentire anche sul nostro Paese. Il disastroso bilancio ellenico e la finanza agli estrogeni degli iberici per noi sono come la kriptonite per Superman: ci indeboliscono. Un Paese con duemila miliardi di debito pubblico, un governo che ha mostrato molte incertezze in questa fase e un sistema dei partiti in grave crisi, agli occhi di un operatore del mercato, non ha grandi chanche per stare in piedi. Balliamo la rumba e la musica dovrebbe far male ai timpani della cancelliera Angela Merkel. La Germania porta sulle sue spalle il peso di scelte miopi, l'ottusità del rigorismo senza crescita, del teutonico «nein» ad ogni ragionevole tentativo per cambiare le regole di un gioco suicida. Monti, di fronte al rischio di un crac, ha convocato a Palazzo Chigi i segretari dei partiti che sostengono il governo. Spero comprendano la gravità di quel che sta accadendo. Basta giochetti, ci stiamo giocando i nostri risparmi.

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