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«Con lei era diverso Era un rapporto pulito»

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Scagionato Barretta, ma il Pm chiede nove anni

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Questal'immagine di sé che ieri Helg Sgarbi ha dato nell'udienza del processo sui ricatti a luci rosse. Sgarbi si è detto innamorato di Lady Bmw (Susanne Klatten): «Nessuno di noi pensava di lasciare i rispettivi coniugi - ha detto - ma gli interessi che avevamo in comune facevano della nostra relazione qualcosa di serio e concreto. Non vi era nulla di sporco». Avrà anche il cuore tenero, ma l'impressione che ha dato il gigolò svizzero (che in Germania sta già scontando una pena di sei anni per estorsione) nel corso della sua deposizione è quella di un uomo freddo e calcolatore. Lucidissimo, Sgarbi ha ricostruito i suoi rapporti con le facoltose donne da lui ricattate con foto e video osé e ha ribadito più volte di aver sempre agito da solo con l'intento di scagionare gli imputati nel procedimento, considerati dall'accusa una vera e propria associazione a delinquere. Per loro il pubblico ministero Gennaro Varone ha formulato ieri le richieste di condanna: 9 anni e riqualificazione del reato di estorsione in truffa aggravata per l'imprenditore Ernani Barretta, 6 anni a testa per sua moglie Beatrice Batschelet e per i figli Marcello e Clelia Barretta, 2 anni e sei mesi per reato associativo per Gabriele Franzischa Sgarbi, moglie del gigolò, la confisca di tutti i beni sequestrati e l'assoluzione per Prisca Furger e Sandra Fabbro, le due impiegate della country house di Barretta in provincia di Pescara, dove Sgarbi aveva più volte incontrato la Klatten. Per l'accusa non può essere un caso che Barretta fosse presente in tutti gli hotel dove Sgabri incontrava la donna e che alloggiasse sempre nella stanza accanto. Così come risulterebbe quanto meno strano che dall'inizio del 2007 Barretta disponesse di un patrimonio di oltre un milone e mezzo di euro a fronte di un guadagno della sua attività che avrebbe dovuto fruttargli al massimo 100 mila euro di reddito. Ancor più strano se si considera che - ha spiegato Varone - il milione e mezzo era tutto in banconote da 500 euro e mille franchi, lo stesso taglio del contante con cui Lady Bmw aveva pagato i primi 7 milioni di euro a Sgarbi l'11 settembre 2007. Soldi che, secondo Sgarbi, erano un regalo fattogli dalla donna per pagare le cure mediche di una bambina che, a causa di un incidente provocato dal gigolò, sarebbe rimasta paralizzata. Storia inventata dall'uomo, come da lui stesso ammesso, per poter avere il denaro necessario a pagare i suoi debiti di gioco. In aula si tornerà il 19 giugno con le arringhe difensive e non è escluso che, per quella data, il presidente della Corte Camillo Romandini possa emettere la sentenza.

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