Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Spari in pista tra gli aerei per il rilascio di un ribelle

default_image

Pick-up corazzati Utilizzati dagli assalitori Sfiorato dall'attacco un velivolo dell'Alitalia

  • a
  • a
  • a

Sembranogli «strilli» di un venditore di giornale, ma in realtà quelle che si sono udite ieri nel martoriato Paese sono state sventagliate di mitra e non di notizie. È stato, dunque, un lunedì di panico all'aeroporto di Tripoli: una milizia armata ha preso d'assalto lo scalo con tanto di carri armati, costringendo le autorità a bloccare il traffico aereo e a dirottare gli aerei in arrivo sul vicino aeroporto militare, mentre i voli sulle piste venivano circondati e i passeggeri costretti a scendere o a lasciare la sala d'aspetto. Prima conseguenza politica il caos sulla data delle elezioni, previste il 19 giugno. La data possibile potrebbe essere quella del 10 luglio, dieci giorni prima del Ramadan. Il rinvio è dovuto a problemi procedurali: sono oltre 4.000 i candidati per i 200 seggi dell'Assemblea e le autorità «hanno bisogno di più tempo per esaminare le candidature La data possibile potrebbe essere quella del 10 luglio, dieci giorni prima del Ramadan. Ma torniamo sulla pista: ieri mattina i miliziani, a bordo di pick-up corazzati, hanno assaltato l'aeroporto, esplodendo diversi colpi e ferendo lievemente un impiegato. Nello scalo era in partenza anche un volo Alitalia: la compagnia ha precisato che nessun passeggero era stato imbarcato. Dopo aver ricevuto l'ordine di scendere, il comandate ha messo in sicurezza il velivolo. Poi i carabinieri del Battaglione Tuscania hanno evacuato lui e quattro assistenti di volo in un albergo. Alitalia riprenderà i voli da e per Tripoli non appena l'aeroporto sarà riaperto al traffico e saranno ripristinate le necessarie condizioni operative e di sicurezza. «I passeggeri, l'equipaggio del volo ed il personale Alitalia presso l'aeroporto che al momento dell'occupazione da parte dei miliziani si trovavano all'interno dell'aerostazione - si legge in un comunicato della compagnia - sono stati fatti evacuare dallo scalo in totale sicurezza, grazie anche alla preziosa collaborazione dell'Ambasciata Italiana a Tripoli». A tutti i passeggeri del volo cancellato è consentito il rimborso o il cambio di prenotazione o di itinerario per volare entro la data di validità del biglietto o, comunque, entro giovedì prossimo, 7 giugno. Alitalia «raccomanda ai passeggeri in partenza per Tripoli di consultare lo stato del proprio volo chiamando il numero verde 800.65.00.55, consultando la sezione «Stato del Volo» del sito internet www.alitalia.it o attraverso le App Alitalia per iPhone, iPad, Blackberry e Windows Phone». Il gruppo armato che ha preso d'assalto l'aeroporto, la brigata al-Awfea, originaria di Tarhuna, città a 80 km a sudest di Tripoli, chiede il rilascio di uno dei suoi leader «scomparso» l'altra notte. I ribelli di Tarhuna sono guardati con sospetto dalle altre brigate armate: la tribù ha avuto un ruolo di rilievo nell'era Gheddafi, e molti suoi esponenti hanno avuto ruoli di primo piano nei posti chiave del regime dell'ex rais. Mohamed al-Harizi, portavoce del Consiglio nazionale di transizione libico (Cnt), si è affrettato ad annunciare l'apertura di un'inchiesta sul «rapimento» - così lo ha definito - del colonnello Abouajila Al-Habchi, leader della milizia di Tarhuna. L'uomo è stato sequestrato l'altra notte da sconosciuti. Intanto il Consiglio militare della capitale ha fatto sapere di non avere nulla a che fare con la sparizione. Tuttavia, la situazione era diventata molto tesa, con i carri armati che avevano circondato l'area. A nulla era valso l'intervento di mediazione del viceministro degli Esteri del Cnt, Abdul Karim Ahmed Bazama, che aveva tentato inutilmente di sedare gli animi dei miliziani. C'è da dire che quello di ieri è solo l'ultimo episodio di un Paese che sembra sempre più sull'orlo del caos, incapace di dare stabilità e prospettiva al dopo-Gheddafi. Le attese elezioni per l'Assemblea costituente «verranno rimandate almeno alla prima settimana di luglio», hanno riferito fonti del governo all'emittente araba al Jazeera, che non casualmente cita il vicepresidente della commissione elettorale centrale, dimessosi poche settimane fa. «Tenere le elezioni il 19 giugno è una missione impossibile», aveva sottolineato Sghair Majeri dimettendosi proprio perché convinto che la consultazione non si sarebbe potuta tenere nei tempi previsti: per le procedure di verifica, la stampa delle schede e la loro distribuzione ci vorrà tempo, «ci vorranno almeno 4 settimane, quindi non si terranno prima di luglio, forse non prima della seconda settimana». Sullo sfondo di divisioni ataviche, grande il malumore scoppiato in seno al Cnt per un incontro a Il Cairo tra un emissario del presidente Mustafa Abdel Jalil e i rappresentanti «dell'opposizione», ovvero gli ex seguaci del colonnello Gheddafi sparpagliati in tutta la regione. Il 27 nella capitale egiziana il religioso Ali Sallabi ha avuto un lungo colloquio con Ahmed Gaddaf Eddam, cugino del defunto rais. La ragione ufficiale è quella della «riconciliazione nazionale», ma a gridare al «tradimento della rivoluzione» sono già in molti.

Dai blog