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Nessuna riforma del Csm Monti non tocca i giudici

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No a magistrati scelti dal Parlamento nei processi disciplinari

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Cheandrebbero a formare la metà o anche la maggioranza del collegio che deve giudicare i magistrati. Un progetto che, secondo quanto anticipato ieri dal quotidiano «La Repubblica», sarebbe all'esame del governo. E che ricorda in parte la proposta del centrodestra per risolvere il problema dei magistrati che vengono giudicati in sezioni dove la maggioranza è composta dai loro colleghi. Ma è proprio palazzo Chigi a fermare qualsiasi ipotesi di riforma. La nota arriva all'ora di pranzo e la smentita è netta: «Con riferimento ad alcune ipotesi di riforma dell'organismo disciplinare della magistratura ordinaria, si precisa che il Presidente del Consiglio aveva già da tempo ritenuto tale iniziativa inopportuna e non percorribile, escludendola conseguentemente dai provvedimenti all'esame del Consiglio dei Ministri». Viene inoltre assicurato che lo stesso Monti aveva anche già accolto, e «pienamente condiviso», l'ulteriore parere negativo pervenuto dal ministro della Giustizia, «ritenendo impossibile una simile riforma attraverso legge ordinaria anzichè costituzionale». Parole che ricevono poco dopo il plauso del vicepresidente del Csm, Michele Vietti che accoglie con soddisfazione - e forse con un certo sollievo - «la smentita di Palazzo Chigi circa l'ipotesi di modifica con legge ordinaria della composizione della sezione disciplinare del Consiglio superiore». Così, prosegue, si «sgombra il campo da pretestuosi elementi di turbativa nei rapporti istituzionali che vedono in questo momento il Consiglio impegnato a sostenere lo sforzo di ammodernamento del sistema giudiziario. Il tema disciplinare - secondo il vicepresidente del Csm - è infatti da tempo al centro di un ampio dibattito che non esclude ulteriori interventi riformatori, ma nel contesto di provvedimenti organici, ampiamente condivisi e con soluzioni compatibili con i principi di autonomia e indipendenza della magistratura». E richiamando le recenti dichiarazioni del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, Vietti difende il lavoro della sezione disciplinare del Csm che «è caratterizzato da prontezza e accresciuta severità, che smentiscono frettolosi giudizi sul suo operato». Posizioni - soprattutto quelle di Monti - che però non convincono l'Idv di Di Pietro che dal suo blog usa ironia per commentare quella che ritiene una marcia indietro del governo: «Molte ore dopo l'anticipazione - scrive il leader Idv - la presidenza del consiglio si è decisa a smentire. Meglio tardi che mai» aggiunge, stigmatizzando però che «il solo fatto che un progetto di tale enormità sia stato preso in considerazione dal governo, salvo poi essere giudicato "inopportuno", è per me molto inquietante».

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