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Il ddl anticorruzione prende la rincorsa

Il ministro della Giustizia Paola Severino

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Dopo mesi di ostruzionismo, polemiche e «stop and go», le Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera, quasi a sorpresa, riescono a concludere l'esame degli emendamenti del ddl Anticorruzione. Dicono sì il Pd, lUdc, Fli e la Lega. Si astiene il Pdl, mentre L'Idv vota contro. Ad imprimere l'accelerazione, dopo la quasi rottura della settimana scorsa sull'ok all'emendamento del Pd che aumentava i tetti minimi e massimi delle pene per il reato di «Corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio», almeno tre fattori: il voto di ieri dei ballottaggi che ha inferto un duro colpo ai partiti tradizionali; la consapevolezza che dalle forze politiche debba arrivare almeno sui temi della lotta alla corruzione un «forte segnale»; l'ultimatum lanciato dal ministro della Giustizia Paola Severino: «Se si continua così, sono pronta a fare un passo indietro». Prima della seduta di commissione, nella quale si sarebbe dovuto riprendere l'esame degli emendamenti, il Guardasigilli incontra, nello studio del presidente della commissione Giustizia Giulia Bongiorno, tutti i tecnici della giustizia della maggioranza. Obiettivo: arrivare a un'intesa per licenziare il testo in tempi rapidi almeno in commissione. E mette subito le cose in chiaro: «Io ho dei principi ai quali non posso venir meno - avrebbe detto ai tecnici - finita la mia esperienza di governo voglio poter tornare a guardare negli occhi i miei studenti e le persone che mi conoscono. Io non ho mai cambiato linea. Pertanto se si continua così su un tema delicato come questo io sono pronta a fare un passo indietro...». A fine riunione, l'intesa si raggiunge su due punti cardine del testo: la «Corruzione per l'esercizio della funzione» e il «Traffico di influenze illecite». Le due norme, riformulate secondo l'accordo raggiunto tra Pd, Pdl, Fli e Udc, vengono approvate. Decadono così tutte le altre proposte di modifica presentate sugli stessi temi e le commissioni riunite possono arrivare al voto. «È stato fatto un grande passo avanti. Ho ottenuto una personale fiducia» spiega la Severino che non considera in modo totalmente negativo l'astensione del Pdl in commissione: «È stata una astensione preceduta da una valutazione favorevole e questo non va sottaciuto e non mi sembra nemmeno sia stata totale. Ccercheremo di arrivare comunque in Aula in una situazione che possa portare all'approvazione di un provvedimento che è necessario». Per il Pdl il voto di astensione sull'emendamento del governo, rappresenta un'apertura di credito verso l'attività di mediazione intrapresa dal ministro, come auspicio che in Aula la legge possa essere migliorata attraverso il contributo costruttivo contenuto negli emendamenti del Pdl» spiega il capogruppo in commissione giustizia, Enrico Costa.

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