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Lazio escluso dallo sblocco Molte imprese a rischio chiusura

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Idecreti governativi che sbloccano il recupero dei crediti dalla pubblica amministrazione potrebbero «escludere le regioni assoggettate ai piani di rintro da deficit sanitari dalla possibilità di certificare i crediti». L'allarme, lanciato da diversi esponenti del Pd mette le imprese sul piede di guerra le imprese. «I danni economici sarebbero gravissimi - dice il presidente della Camera di Commercio Giancarlo Cremonesi - Molte imprese si troverebbero a dover chiudere pur vantando dei crediti. Sul fronte sociale il rischio di nuove tensioni aumenterebbe sensibilmente». I segretari del Pd del Lazio, Enrico Gasbarra, della Campania, Enzo Amendola, i capigruppo Pd al Consiglio regionale del Lazio, Esterino Montino, della Campania, Giuseppe Russo, e il deputato del Pd Marco Causi, della Commissione Finanze della Camera spiegano: «Sembra infatti che queste Regioni siano escluse dalla possibilità di certificare i crediti, con la conseguente impossibilità per le imprese di rivolgersi ai canali di finanziamento attivati dal Governo per accelerare i pagamenti. Non capiamo il senso di questa esclusione e chiediamo al Governo di ripensarci». Il Consiglio regionale approva un ordine del giorno in cui «chiede al Governo e al Parlamento di rivedere il provvedimento estendendo i benefici previsti nel decreto anche alle Regioni assoggettate al piano di rientro sanitario come il Lazio». «Se così fosse è chiaro che per la Regione Lazio sarebbe veramente un disastro - commenta Polverini - Speriamo si tratti solo di un'interpretazione errata. Se così non fosse la lettera che ho già inviato ieri al sottosegretario Catricalà acquisirà forza maggiore avendo alle spalle un ordine del giorno». Il presidente della Camera di Commercio di Roma esprime «preoccupazione. La Cciaa di Roma, in caso di conferme ufficiali sull'esclusione del Lazio dai decreti governativi, sarà al fianco delle imprese e dei lavoratori per cercare di far correggere un provvedimento ingiusto e discriminatorio». Gli fa eco il presidente di Legacoop Lazio Stefano Venditti: «La situazione che si verrebbe a creare sarebbe davvero esplosiva, con pesanti ripercussioni non solo sul fronte economico, ma anche sociale. Mi auguro si tratti di un falso allarme. In caso contrario Legacoop Lazio è pronta alla mobilitazione generale». «Il decreto approvato dal Cdm attua quanto previsto dalla legge 183/2011 che rendeva obbligatoria la certificazione dei pagamenti della Pubblica Amministrazione, degli Enti Locali e simili escludendo, da tale obbligo, le Regioni sottoposte a piano di rientro a causa del deficit sanitario» precisa la Regione Lazio.

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