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Il ministro Schaeuble vuole la guida dell'Eurogruppo

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LaGermania non solo detta tempi, modi e regole ai Paesi dell'Eurozona per la politica economica ma ora potrebbe anche occupare i vertici delle maggiori istituzioni europee. Ieri il potente ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, il guardiano del fiscal compact e strenuo difensore della versione più ortodossa delle regole di consolidamento dei bilanci, è uscito allo scoperto. In una intervista al Welt am Sonntag si mette in pista per la successione a Juncker per la guida dell'Eurogruppo. «Dal momento che mi interesso quotidianamente di simili problemi - ha detto Schaeuble, c'è la possibilità che io assuma la presidenza, come altri hanno fatto... E non mi pare di sentire i miei colleghi dire: Mio Dio, non Schaeuble». Sul piatto mette il peso del suo ruolo. «Come ministro delle Finanze tedesco, devo mettermi in gioco, in un modo o in un altro. Ciò che voglio più di tutto è che l'Eurogruppo continui a svolgere il suo ruolo, come sotto la presidenza di Juncker». Esattamente ventiquattr'ore prima il ministro aveva sottolineato che «non esiste un piano B per la Grecia». Il problema secondo Schaeuble è che spetta ad Atene decidere se restare o meno nell'Euro. Naturalmente la condizione per questa permanenza è che il nuovo governo mantenga la stessa politica di quello precedente rispettando il memorandum definito con la troika (Bce, Fmi e Ue) sul consolidamento del debito. Come dire che il voto di protesta contro la cura da lacrime e sangue imposto da Berlino è carta straccia. Non solo. Scaeuble ha detto chiaro e tondo che «la zona Euro può sopportare l'uscita della Grecia e non sarà certo l'addio di Atene alla moneta unica a far crollare l'Eurozona». Parole dure che si sommano all'avvertimento lanciato dalla Bundesbank oltre che ad Atene, al nuovo presidente francese Hollande affinchè non deragli dalla linea di Sarkozy di rispetto del rigore. Se ora l'ingerenza della germania nella politica interna dei partner europei è a questo livello è lecito chiedersi cosa potrebbe accadere qualora ai vertici delle istituzioni Ue dovessero salire rappresentanti tedeschi. La guida dell'Eurogruppo, così come altri incarichi tra cui la direzione del fondo di salvataggio permanente della zona euro, è tra le questioni che il Cancelliere Merkel dovrà affrontare con Hollande, a Berlino domani. Il mandato di Juncker scade a fine giugno. A marzo Le Monde aveva scritto che il presidente del Consiglio europeo Van Rompuy avrebbe sondato Monti sulla disponibilità ad assumere la guida dell'Eurogruppo. Poi però tutto è stato smentito.

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