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Gli anarchici firmano il bossolo di Adinolfi

Roberto Adinolfi

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È il momento degli anarchici. Che ieri hanno deciso di dare un nome a quel bossolo rimasto misterioso, per qualche giorno, in via Montello a Genova. Quel proiettile nel polpaccio del manager dell'azienda «odiata» rappresenta, nelle intenzioni, il «salto di qualità» della Federazione anarchica informale. Così, dopo anni di plichi esplosivi, sabato scorso si è materializzato - con la gambizzazione dell'ad di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi - una sorta di «cambio di passo». Intestato a «una nuova anarchia», come si legge nella rivendicazione, che nell'acceso dibattito interno al mondo antagonista sceglie di impugnare le armi contro quello che definisce «anarchismo insurrezionalista di facciata». Dunque, poca sorpresa tra investigatori e 007, che da dieci anni - nel 2003 il battesimo, con due pentole esplosive piazzate vicino a casa di Romano Prodi - seguono l'evoluzione della galassia Fai, affetta - come tutto il modo anarchico - da grafomania. Riversata sul web con documenti, proclami, rivendicazioni, discussioni. Tanto visibili e presenti sul web, quanto fantasmi imprendibili nella realtà, gli aderenti alla Fai - si ipotizzano cento-duecento persone - sono finora sempre sfuggiti alle forze dell'ordine. Per loro, poco strutturati per definizione, è in ogni caso difficile - una volta individuati - dimostrare il vincolo associativo e il capo della Polizia aveva auspicato l'introduzione di una figura normativa specifica per perseguirli più efficacemente. Se finora, comunque, le azioni degli anarchici erano state relativamente «sicure», limitandosi alla spedizione o al posizionamento di ordigni, il passaggio alla lotta armata potrebbe esporli a maggiori rischi. Il documento di rivendicazione, firmato dalla cellula del Fai «Olga», intitolata a una militante greca arrestata, è stato recapitato con posta ordinaria alla redazione di Milano del Corriere della Sera. È stato spedito da Genova lo stesso giorno dell'attentato, il 7 maggio, e sulla sua autenticità gli inquirenti non sembrano avere molti dubbi. «Con il ferimento di Adinolfi proponiamo una campagna di lotta contro Finmeccanica piovra assassina», annunciano i terroristi. E proseguono: «Oggi l'Ansaldo Nucleare, domani un altro dei suoi tentacoli, invitiamo tutti i gruppi e i singoli Fai a colpire tale mostruosià con ogni mezzo necessario. Nelle nostre prossime azioni, il nome degli altri fratelli greci, un'azione per ognuno di loro». Preannunciando in questo modo altre azioni, almeno sette secondo quanto si legge nel documento di rivendicazione. E, visto che citano tutti i nomi degli anarchici greci arrestati con Olga Ikonomidou (compresa lei), sono 8. «Abbiamo azzoppato Roberto Adinolfi, uno dei tanti stregoni dell'atomo, anima candida e dalla coscienza pulita», scrivono ancora per spiegare la propria strategia. Infatti, per la Fai Adinolfi sarebbe stato «tra i maggiori responsabili insieme con Scajola del rientro del nucleare in Italia». «Pur non amando la retorica violentista - si legge ancora nel documento - con una certa gradevolezza abbiamo armato le nostre mani, con piacere abbiamo riempito il caricatore». E poi l'ammissione: «Piombo nelle gambe per lasciare un imperituro ricordo di quello che è un grigio assassino». Con l'aggressione ad Adinolfi, spiegano, non vogliono cercare il «consenso», altrimenti avrebbero colpito «dove il dente duole» e cioè «qualche dirigente di Equitalia». «Quella che cerchiamo è complicità». si legge. E ancora: «Non consideriamo un referente i cittadini indignati per qualche malfunzionamento del sistema di cui vogliono continuare a essere parte. Scambiare rabbia e indignazione per rivolta è miopia». Intantoo Adinolfi è uscito dall'ospedale San Martino di Genova dove era ricoverato da lunedì. Apparentemente tranquillo, sorridente, si è limitato a dire appena giunto a casa: «Sto bene, sto bene. Ringrazio tutti, il peggio è passato». Tra le prima reazioni alla rivendicazione, quella del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei e arcivescovo di Genova: «Oggi ci sono dei brodi di coltura che possono favorire queste reazioni assolutamente inconsulte, deprecabili, violente, che non portano da nessuna parte». Da registrare, poi, il commento dell'ad di Finmeccanica Giuseppe Orsi durante una convention annuale di 2.000 dirigenti, svoltasi a Milano: «Non basta qualche estremista per farci cambiare modo di lavorare. Noi continueremo così, nonostante le minacce. Finmeccanica è una grande risorsa per il Paese e continueremo a esserlo, nonostante le minacce». Contro il terrorismo le prese di posizione anche di tutto il mondo politico e dei leader sindacali Camusso e Angeletti. Infine, ieri, nel Milanese, è ricomparsa la sigla Br anche se tutti gli investigatori escludono un legame con la rivendicazione del Fai. Infatti, volantini di un vecchio documento del 1977 sono stati trovati affissi sui cancelli della Fanco Tosi e davanti a una sede di Equitalia a Legnano: un altro è stato trovato a Parabiago.

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