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La ricetta di Grillo ci avvicina alla Grecia: «Usciamo dall'euro»

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Loha detto Beppe Grillo ieri mattina in una intervista all'agenzia Bloomberg. «Il debito pubblico sale, la spesa pubblica è fuori controllo, le aziende falliscono, i costi del lavoro aumentano, gli stipendi calano e noi non abbiamo nemmeno più la possibilità di contrattare sul nostro debito», ha proseguito sottolineando quindi che «l'euro è un cappio al collo che si restringe di giorno in giorno». E nonostante tutti i sacrifici che stanno facendo gli italiani «non c'è nessuna ripresa economica». Secondo Grillo, con l'uscita dall'euro l'Italia potrà «svalutare la cara vecchia lira del 40-50%, e anche se ciò non risolverà tutti i problemi economici del Paese, renderà le nostre esportazioni più competitive». Ma, come al solito, Grillo non si è limitato a poche dichiarazioni. Ha proseguito attaccando i partiti che non rinunciano ai rimborsi elettorali. «I soldi dei rimborsi elettorali i partiti li hanno già spesi – ha scritto sul suo blog – per questo non possono tagliare la prossima rata di 138 milioni». Ma, ha proseguito, «la soluzione è semplice, se non si possono tagliare i finanziamenti illegali, in quanto rigettati da un referendum, si taglino i partiti. Tertium non datur. Fuori i soldi dalla politica». «Il super pensionato, 32.000 euro al mese, Giuliano Amato, riservista della Prima Repubblica – prosegue – ha trovato l'uovo di Colombo, finanziamento misto, pubblico e privato. Ma in cosa consisterebbe per Amato il "servizio pubblico" da pagare ai partiti? Questo mi sfugge, o forse no». «I partiti – segnala ancora il fondatore del M5S – ricevono già ora un finanziamento misto pubblico/privato. Ogni anno hanno fino a 100 milioni da aziende, cooperative e privati cittadini. In una legislatura circa mezzo miliardo, confrontabile con il finanziamento pubblico. In cambio di quali servizi? Per simpatia personale? Per vicinanza ideologica?». «Se i finanziamenti pubblici vanno aboliti – conclude – lo devono essere anche quelli privati per due categorie di soggetti: i concessionari dello Stato e chi partecipa alle aste pubbliche, per motivi evidenti di conflitto di interessi».

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