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Spallone non molla Candidato a 95 anni

Spallone

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Novantacinque primavere e non sentirle. Energia e grinta da vendere. «Sono tornato» è lo slogan che campeggia sui suoi manifesti elettorali. Mario Spallone, classe 1917 (come la rivoluzione di Russia), si tuffa in questa avventura con l'entusiasmo di un neofita. E invece è un veterano della politica. Alla guida di una lista civica, si candida sindaco di Avezzano, la città che ha già governato per due mandati consecutivi dal 1993. «Ma che posso farci? Ho la Marsica nel cuore» ci confida al telefono l'ex medico di Togliatti, spiegando le ragioni di questa nuova entrata in campo tra un inevitabile «amarcord» e mille idee per il futuro. «Nec sine Marsis nec contra Marsos dicevano i romani ed avevano ragione. Senza i marsicani - riflette il Prof - non si ottiene niente in nessuna parte del mondo. Visto cosa è riuscito a fare per il nostro Paese Gianni Letta? Un marsicano vero». Determinazione pura, mai un cedimento, mai un dubbio. «Devo vincere a prima botta - afferma con il piglio sicuro dei bei tempi - La gente mi vuole bene. Se verrò eletto, vedrai, la piazza del Comune sarà piena zeppa. Arriveranno in tanti da tutt'Italia, anche grandi personaggi della politica nazionale e internazionale. Non svelo i nomi, sarà una sorpresa». E poi, quanti progetti! «La prima cosa che farò? Cambierò il nome alla Polizia Locale. Erano Vigili Urbani e così torneranno a chiamarsi. Ho pure intenzione di eliminare subito i rallentatori lungo le strade principali della città - annuncia - e di abolire tutte quelle direzioni vietate, ultimamente spuntate come funghi. Basta sensi unici! La viabilità ne soffre. Me ne hanno parlato i residenti dei vari quartieri nelle tante riunioni che ho avuto con loro in questi mesi». La parola d'ordine per il prof. Mario Spallone è «revotecare Avezzano», cioè rigirarla come un calzino. Una frase che ama ripetere spesso, rigorosamente in dialetto. «L'ho già fatto una volta - racconta lo storico esponente del Pci - e sono pronto a impegnarmi di nuovo per cambiare il volto della città. Il mio primo pensiero, però, sono i giovani. Dobbiamo educarli, insegnando loro a non fare le "fregnacce" che abbiamo fatto noi nella vita. Hai presente il corpo umano? I giovani sono le gambe. Vanno allenate per metterle in grado di correre». Un po' di nostalgia affiora qui e là, nelle pieghe dei ricordi di quegli anni passati a capo della municipalità avezzanese. «Il fiore all'occhiello delle due consiliature resta per me la realizzazione della sede del Commissariato di Ps - afferma convinto Spallone - Un edificio imponente, credo sia il più bello d'Italia. Ma anche la piscina di Borgo Pineta, che meraviglia! Ho negli occhi il giorno dell'inaugurazione. Quanta gente! Che successo! L'apertura di quell'impianto avveniristico era il coronamento di un sogno per una città come Avezzano. E poi sono fiero di aver spostato il mercato settimanale dal centro alla periferia, dando più spazio sia agli operatori del commercio che agli utenti. Lo porterò di nuovo nella zona nord, come allora». Noto all'epoca per il suo «vezzo» di cambiare assessori a ripetizione, Mario Spallone non si smentisce nemmeno oggi. «La Giunta? Devo pensarci. Certo, se i componenti non si danno abbastanza da fare, si sostituiscono. Io ne so qualcosa. Li cambiavo spesso, specie quando perdevano le motivazioni. Una squadra vincente deve avere sempre nuovi stimoli». E lui, il Prof, dove trova ogni volta la voglia di ricominciare, di buttarsi a capofitto in questa o quella avventura, mentre potrebbe starsene tranquillo a godersi la pensione? «La forza me la dà Padre Pio. Sì, proprio Padre Pio. Io comunista, d'accordo, ma sempre credente. L'incontro con il frate di Pietrelcina - rivela con commozione - mi ha profondamente colpito. Ha lasciato il segno nella mia vita. Fui avvolto da un incredibile profumo di rosa. Non capivo da dove venisse. Era Padre Pio che mi chiamava. Poi lo vidi in sogno. Andai a San Giovanni Rotondo per conoscerlo e da allora, quando devo fare qualcosa di importante, mi affido a lui, alla sua protezione». Varrà anche per le amministrative? Chissà! Il Prof non lo dice, ma magari una preghiera speciale domenica mattina, all'apertura delle urne, la reciterà. Un intervento così... altolocato in aiuto dell'ultimo dei comunisti. Hai visto mai!

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