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Quasi 100 mila le «soffiate» degli italiani contro gli sprechi della Casta

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Sono oltre 95.000 le segnalazioni sulla spending review inviate in una settimana, in media 1 messaggio ogni 2 secondi. Una mole di appelli di tutti i tipi sulla quale sono al lavoro dieci persone. Il governo continua il lavoro sulla revisione della spesa e si susseguono riunioni per mettere a punto il piano che dovrà portare quest'anno risparmi per 4.2 miliardi, operazione su cui c'è il pressing del commissario europeo Olli Rehn che invita a «proseguire lo sforzo di risanamento del bilancio attraverso la spesa». Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, che da mesi lavora a questo piano di «dimagrimento» della spesa pubblica, oggi si è appellato ai dirigenti della pubblica amministrazione: basta con i mega-uffici. E poi ha aggiunto che serve «una purga». Intanto il decreto legge, nel quale si disciplina la materia, a partire dalla nomina di un commissario, che è Enrico Bondi, è arrivato in Senato dove comincerà l'iter per la conversione in legge. La partecipazione degli italiani al progetto di revisione della spesa pubblica è stata elevata e dalle numerose mail giunte vi è un sollecito al governo a intervenire rapidamente per cancellare le inefficienze. A scrivere sono in prevalenza cittadini, e tra questi molti giovani, ma anche dipendenti delle pubbliche amministrazioni e liberi professionisti, ricercatori, professori universitari, imprenditori, associazioni di categoria, enti no-profit, think-tanks. Le mail si dividono in due categorie: quelle specifiche, che segnalano sprechi circoscritti a singole amministrazioni o enti pubblici, spesso enti locali, e quelle che invece intervengono su grandi temi di interesse pubblico sollecitando l'intervento diretto della task force di Enrico Bondi. Tra tutti, il tema che ricorre più frequente è quello relativo ai «costi della politica». I cittadini segnalano gli stipendi dei dirigenti pubblici, le auto blu, le «pensioni d'oro», e più in generale i privilegi legati allo status professionale. Ma scende sul terreno concreto anche il governo. E Giarda, parlando a una platea di dirigenti della pubblica amministrazione, invita a lasciare gli «splendidi uffici da 40 metri quadrati. Ci si deve rassegnare a stare in 15 mq, e ne avanza». L'obiettivo è porre fine alle «dissennatezze del passato per non far soffrire troppo i figli e i nipoti» ma anche «evitare di aumentare le tasse ancora una volta». Per il ministro della Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi, i tagli debbono essere «selettivi e non indiscriminati» ed è fondamentale «l'eliminazione quotidiana degli sprechi perché può avere un effetto immediato».

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